Festival di Sanremo, le dieci canzoni più belle di sempre

Tante sono le canzoni approdate sul palco del Festival di Sanremo, ma alcune sono intramontabili. Ecco le dieci canzoni scelte da DonnaPOP

Di canzoni belle, intramontabili e necessarie ne sono passate tante sul palco dell’Ariston (e prima ancora su quello del Casinò di Sanremo, dove si svolgeva la kermesse prima di cambiare location). All’interno del Festival della Canzone Italiana, le canzoni hanno da sempre un ruolo chiave, non soltanto perché si tratta di uno spettacolo musicale, ma soprattutto perché i brani in gara sono – di volta in volta – lo specchio fedele del tempo che viviamo.

Quasi settant’anni di canzoni

Sul palco di Sanremo è approdata dapprima la cosiddetta musica leggera, poi i pezzi d’autore, poi ancora i brani con tematiche sociali. Interpreti, cantautori, cantautrici, personaggi improbabili prestati alla musica: insomma, di artisti – al Festival – ne sono approdati tanti. E tante, tantissime sono le canzoni passate attraverso quel palcoscenico tanto temuto quanto bramato.

Alcuni brani, più di altri, meritano di essere ricordati, a volte semplicemente per la loro bellezza senza tempo, altre ancora perché rappresentano una chiave di volta nella storia del Festival e, più in generale, della musica italiana.

Abbiamo raccolto per voi le dieci canzoni più belle e significative di Sanremo!

Ciao amore ciao – Luigi Tenco

Siamo nel 1967 e Luigi Tenco, che partecipa per la prima ed ultima volta al Festival di Sanremo, canta Ciao amore ciao (al suo fianco la cantante Dalida, perché allora ogni brano aveva due interpreti). Un pezzo dall’aspetto leggero, ma in verità politico, racconta del fenomeno dell’emigrazione. Tenco è uno dei primi a portare la canzone d’autore sul palco dell’Ariston.

Quello che le donne non dicono – Fiorella Mannoia

Siamo nel 1987 e Fiorella Mannoia canta un brano-manifesto, tutt’oggi amato e conosciuto dalle nuove generazioni. Quello che le donne non dicono porta la firma di un cantautore di grande sensibilità, Enrico Ruggeri. Il brano si deve accontentare dell’ottavo posto, ma ottiene il Premio della Critica e, ad oggi, è un evergreen.

Gianna – Rino Gaetano

Nel 1978, un giovane Rino Gaetano si presenta a Sanremo con un pezzo che ha fatto la storia della musica italiana: Gianna. Un’esibizione indimenticabile, la sua, con un cilindro in testa, frac e ukulele, per un brano lungimirante, solo all’apparenza leggero, ma fatto di grande ironia. Curiosità: Rino Gaetano non avrebbe voluto partecipare a Sanremo e non era affatto convinto di Gianna. La partecipazione, tuttavia, gli ha fatto ottenere un grande successo di pubblico.

Quando nasce un amore – Anna Oxa

Look iconico, interpretazione trascinante, voce potente: Anna Oxa si presenta a Sanremo con una ballata che è rimasta nella storia del Festival. Quando nasce un amore è un brano scritto, tra gli altri, da Piero Cassano, uno dei volti storici dei Matia Bazar. Il pezzo, tuttavia, si è dovuto accontentare del settimo posto, ma resta uno dei più amati della Oxa.

Almeno tu nell’universo – Mia Martini

Almeno tu nell’universo è la grande rivincita di Mia Martini, un’artista rimasta nell’ombra per molti anni a causa delle infamie messe in giro nei suoi confronti. Mia torna a Sanremo con un pezzo scritto da Bruno Lauzi più di un decennio prima e rimasto nel cassetto in attesa dell’interprete giusta. Elegante, commovente e avvolgente: Almeno tu nell’universo arriva al cuore di tutti e Mia riconquista il suo posto nel panorama della musica italiana.

E dimmi che non vuoi morire – Patty Pravo

Siamo nel 1997 e Patty Pravo torna a Sanremo con un look semplice ma raffinato: basta eccessi, basta stravaganze o sensualità, canta un brano scritto per lei da Vasco Rossi e Gaetano Curreri e conquista tutti. E dimmi che non vuoi morire è un pezzo melodico, emozionante, cantato con maestria e grazia da una Patty in perfetta forma vocale. È un successo.

Replay – Samuele Bersani

Inizia il nuovo millennio e l’appena trentenne Samuele Bersani si presenta a Sanremo con un pezzo d’autore di grande spessore, poco nazionalpopolare, forse, ma senza tempo; Replay – ad ogni ascolto – rivela tutta la sua bellezza e la sua verità profonda. Samuele non vince ma ottiene la sua consacrazione.

Luce (E tramonti a nord ovest) – Elisa

È un Sanremo tutto al femminile quello del 2001: conduce Raffaella Carrà, vince Elisa, che sale sul podio con Giorgia (secondo posto) e i Matia Bazar (con la consacrazione della voce femminile di allora, SIlvia Mezzanotte). Elisa canta per la prima volta in italiano e propone Luce (E tramonti a nord ovest), un brano intimo, autobiografico, che le permette di ottenere un successo clamoroso, che la consacra come una delle artiste più amate (e vendute) nel panorama musicale italiano.

Ti regalerò una rosa – Simone Cristicchi

Nel 2007, Simone Cristicchi arriva a Sanremo con un brano assai toccante, che affronta una tematica delicata: Ti regalerò una rosa è la lettera d’amore scritta da un ospite di un manicomio e diretta ad una donna anch’essa ospite dello stesso centro. Cristicchi affronta il tema con grande intelligenza e delicatezza. Le sue performance sono teatrali, quindi anche per questo commoventi. Vince a furor di popolo.

Chiamami ancora amore – Roberto Vecchioni

Roberto Vecchioni è uno dei cantautori più importanti nella storia della canzone italiana, eppure – nel 2011 – decide di rimettersi in gioco partecipando a Sanremo. Il brano che propone è Chiamami ancora amore, un pezzo che canta l’amore, sì, ma che è soprattutto una fotografia sincera, per certi versi amara, ma carica di speranza, del nostro presente. Vince e conquista tutti, nessuna generazione esclusa.

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