Al Bano senza freni: «In radio voglio 7 canzoni italiane su 10»

Al Bano non ci sta: vuole che le radio italiane trasmettano sette canzoni italiane su dieci. Ecco le sue parole che stanno facendo discutere

Non c’è pace per Mahmood che, con la sua vittoria al Festival di Sanremo, sembra aver spalancato il vaso di Pandora, trascinandosi dietro polemiche e critiche di ogni tipo. Pochi giorni fa, infatti, la Lega ha chiesto di modificare i palinsesti musicali delle radio nazionali, facendo sì che una canzone su tre trasmessa sia italiana. Oggi interviene Al Bano, che rincara addirittura la dose: «7 su 10 devono essere italiane».

I fatti

Andiamo con ordine: qualche giorno fa, Alessandro Morelli ha proposto una legge che obblighi le radio nazionali a trasmettere un brano italiano ogni tre, per far sì – appunto – che la musica italiana goda di più spazio. Il Presidente della commissione Trasporti e telecomunicazioni della Camera ha infatti dichiarato:

«La vittoria di Mahmood all’Ariston dimostra che grandi lobby e interessi politici hanno la meglio rispetto alla musica. Io preferisco aiutare gli artisti e i produttori del nostro Paese attraverso gli strumenti che ho come parlamentare»

Proposta piuttosto bizzarra, visto che Mahmood è italiano e il brano con cui ha vinto Sanremo, Soldi, è prodotto da un altro artista italiano, Dario Dardust Faini.

Al Bano dice la sua

Se non fosse già così abbastanza surreale, ci si mette anche Al Bano a rincarare la dose. Il cantante pugliese, infatti, ha affermato quanto segue:

«Solo una canzone italiana su tre è poca cosa. Almeno sette su dieci! Bisogna fare come in Francia dove le radio trasmettono il 75% di musica nazionale e il 25 per cento di musica straniera. Occorre tutelare di più la nostra tradizione, come fanno gli altri Paesi».

Insomma, Al Bano ha le idee chiare. Dopo il “prima gli italiani“, ormai sdoganato dal nostro Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, il cantante di Cellino San Marco si fa sostenitore del “Prima la musica italiana“.

L’importante è che non sia la sua, aggiungiamo noi. 

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