Silvia Romano Morgan, dopo lo sfratto di pochi mesi fa, è disperato: ecco le sue parole piene di dolore e rabbia, in cui attacca tutti, giudici, fan e...
Morgan vive un momento molto doloroso: dopo lo sfratto di qualche mese fa, il cantante ha rilasciato una lunga intervista a I Lunatici, su Rai Radio2, in cui ha raccontato le condizioni critiche in cui è costretto a vivere, ma non solo. Ecco le sue dichiarazioni shock.
La disperazione di Morgan
Morgan sta molto male: l’artista, ex marito di Asia Argento, qualche mese fa è stato sfrattato dal suo appartamento e oggi vive in uno sgabuzzino di fortuna a China Town, a Milano. Ecco le sue parole piene di sconforto e disperazione:
Sto molto male, non sono più lo stesso. Uno non ci pensa, ma quello che mi è successo equivale a uno stupro. È identico. La casa è importante, è la più importante cosa che hai. Quando non sai ripararti dal freddo vai a casa e sopravvivi. Questo vale per tutti. Per una persona come me, che fa di quello che ha attorno un oggetto d’arte, lo è ancora di più. La mia casa era un’installazione. La mia casa è stata svenduta a 200mila euro quando ha come valore di mercato 700mila euro. È stata comprata da un maniaco che ha voluto la mia casa perché è un mitomane. Mi hanno portato fuori dalla mia casa con le armi. Io piango, ho tutto lì, tutti i miei progetti. Io stavo sempre in casa a studiare, non sono uno come J-Ax o Fedez. Ora sono in uno sgabuzzino a China town a Milano con un sacco di insetti. Non sto più lavorando, prima facevo un sacco di cose, ora non faccio più niente
Parole piene di dolore e rabbia, quelle di Morgan, che ha proseguito così:
C’è un giudice che è il paladino degli sfratti. Peggio del giudice della canzone di De Andrè, che diventa giudice solo per poter mandare al patibolo la gente. I giudici dovrebbero giudicare, lo dice la parola stessa. Prendi una questione, ne valuti gli aspetti, pesi e capisci cosa pesa di più. Non fai a priori tutto. Il giudice che ho incontrato io non è un giudice, è uno che non si sa perché è lì, è uno sbruffone. Dovrebbe sfruttare l’occasione per fare veramente il suo lavoro e pensare, ma evidentemente non ce la fa. Ora manderà tutto al macero
Morgan, comunque, non ha risparmiato nemmeno i suoi fan, utilizzando parole durissime:
Vogliono tutti una fotografia, ti chiamano dall’altra parte della strada, rischiano di essere investiti. C’è l’esigenza primaria della foto. Su questo voglio aprire un dibattito: è grave questa cosa, per due motivi. Non solo perché mi rompo pesantemente i coglioni, ma perché innanzitutto non voglio essere localizzato sempre e invece appena ti fanno la foto poi la postano. L’irrintracciabilità è un diritto che io voglio avere. La seconda cosa, ancora più importante, è che io lavoro con l’immagine. È il mio bene, è la cosa su cui firmo i contratti. Mi pagano, il mio lavoro consiste in questo. La Siae dovrebbe far valere il diritto all’immagine che è un nostro bene. Tu puoi farmi una foto, ma non la dovresti pubblicare. La gente non si rende conto che questo per me è un lavoro. Stiamo esagerando. Se lo dici si fanno una risata. Io vi dico che se avessi avuto un centesimo da tutte le foto che ho fatto negli ultimi tre anni non solo non sarei stato sfrattato ma avrei comperato la Sony
Come la prenderanno i numerosi estimatori di Morgan?
