Roberto Manfè, chi è l’amico di Rossano Rubicondi? «Morto per metastasi al fegato e principio d’infarto»

Roberto Manfè, amico di Rossano Rubicondi, ha chiarito le cause della morte dell'ex modello: i dettagli all'interno.

Roberto Manfè è l’amico di Rossano Rubicondi, recentemente scomparso a causa di una malattia. In collegamento da New York con Domenica In, l’uomo ha chiarito le circostanze della morte dello showman.

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Roberto Manfè parla di Rossano Rubicondi

Roberto Manfè, ospite di Mara Venier, ha raccontato il rapporto con il suo grande amico Rossano Rubicondi:

Lui era energia pura, ha lottato per circa un anno contro il tumore. Quando si è fatto visitare era purtroppo troppo tardi, ultimamente le metastasi erano arrivate ad attaccare il fegato. Domenica scorsa aveva avuto un principio d’infarto. Il lunedì era tornato a casa e il giorno dopo stava bene, era addirittura venuto a mangiare la pizza con me.

È stato proprio Roberto Manfè a trovare il corpo senza vita di Rossano Rubicondi, avvertendo poi subito dopo Ivana Trump:

Ho provato ad avvisare io Ivana Trump, ma lei era a pranzo. La polizia ha poi avvisato la sua segretaria.

roberto manfè padre rossano rubicondi

A sinistra il padre di Rossano Rubicondi e a destra Roberto Manfè

Anche Paolo Chiparo, ex agente di Rubicondi, ha parlato del suo ultimo periodo in vita:

Dopo la chemio diceva sempre di stare bene, che non gli stavano neanche cadendo i capelli. Stava affrontando tutto con positività, era molto ottimista e non è vero che non si voleva più curare. Così come non è vero che si è lasciato andare.

Secondo l’agente e Roberto Manfè, Rossano Rubicondi avrebbe avuto un malore dovuto alle sue condizioni di salute e cadendo avrebbe sbattuto la testa in maniera irreversibile:

Non lo sentivamo e abbiamo allertato gli amici a New York che sono andati a vedere. Hanno aperto la porta con la polizia e hanno trovato Rossano in un mare di sangue.

Secondo Chiparo, la morte di Rubicondi sarebbe dovuta a un’embolia polmonare, come afferma anche l’autopsia. Questa sarebbe stata una concausa del suo tumore, ma ancora non ne sono sicuri:

I gialli che stanno creando intorno alle cause della morte sono inopportuni. Non ci sono gialli, è tutto molto chiaro. Ho inviato anche i documenti del medico legale, c’è chiarezza totale.

Roberto Manfè, comunque, conclude così ricordando l’amico Rossano:

L’avevo visto martedì sera perché la domenica aveva avuto un principio di infarto. Rimasto lì tutta la notte, fino a sera del giorno dopo. Poi è uscito, si sentiva meglio, era pimpante, venne a mangiare una pizza con me. Mi disse che andava a casa, ci scambiammo alcuni messaggi. Il giovedì ero in ospedale per un piccolo intervento, la sera prima ci eravamo mandati dei messaggi. Uscito dalla sala operatoria gli mando un messaggio e vedo che non mi risponde. Resto a casa, il mattino seguente vedo che ancora non ha letto i messaggi, inizia a sembrarmi strano. Mi vesto e quando arrivo dal portiere gli dico che c’è qualcosa che non va. Sapeva della gravità della malattia, quindi mi dice di andare su. Lo abbiamo trovato lì, non c’era più nulla da fare purtroppo. Non è stato bello nella maniera più assoluta, sono cose che non dimentichi.

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