Giovanni Falcone e Paolo Borsellino chi erano? Cosa hanno fatto?

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono due uomini italiani, due giudici che hanno combattuto per la conquista della legalità in Italia.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono due uomini italiani, due magistrati che hanno combattuto per la conquista della legalità in Italia. Chi erano, cosa hanno fatto? Leggiamo un riassunto della loro storia.

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Riassunto della storia

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono due uomini italiani, due magistrati che hanno combattuto per la conquista della legalità in Italia. Le vite di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino sono intimamente legate da un unico filo conduttore, la lotta contro la Mafia. Siamo negli anni novanta, i due magistrati, impegnano le loro carriere per ottenere un principio, quello della legalità, tanto lontana dall’atmosfera di quegli anni in cui Cosa Nostra tirava le fila del panorama italiano.

Giovanni Falcone: frasi celebri e aforismi per ricordare la Strage di Capaci | InfoOggi

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PAOLO-BORSELLINO fonte foto Binews

PAOLO-BORSELLINO Fonte Foto Binews

Mafia

Falcone e Borsellino istituiscono un pool antimafia, assieme ai Giudici Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta. L’obiettivo della squadra  di magistrati è la lotta contro la criminalità organizzata, contro la mafia.
Il pool nasce quindi con lo spirito della collaborazione tra le istituzioni, perché per agire contro la mafia, c’è bisogno di un’azione unica in cui si uniscono le forze e i saperi. Il pool antimafia, nato dall’idea di Rocco Chinnici, dura dal 16 novembre 1983 fino al marzo 1988. L’arresto di Tommaso Buscetta dà una svolta epocale alla lotta contro la mafia, perché decide di diventare collaboratore di Giustizia e descrive in modo dettagliato la struttura della mafia. Il suo interrogatorio inizia a Roma nel luglio 1984 e aiuta molto nelle indagini contro Cosa Nostra.

Morte

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due magistrati della lotta per la legalità, non impegnano solo le loro carriere di uomini di giustizia nella lotta contro la mafia. I due magistrati sacrificano tutto, sacrificano se stessi, sino a perdere la vita. Entrambi, purtroppo incontrano la morte sulle loro strade.

Quando sono morti?

Il 23 maggio 1992  perde la vita il giudice Giovanni Falcone. Assieme a lui, in quella che viene definita la strage di Capaci, perdono la vita anche la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della sua scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

La strage di Capaci

La strage di Capaci / Foto ANSA

Stessa sorte tocca a Paolo Borsellino. Il magistrato muore a Palermo il 19 luglio 1992,di domenica mattina, a neanche due mesi dalla scomparsa di Giovanni Falcone, a sua volta rimasto vittima della strage di Capaci. Paolo Borsellino, il giorno in cui perde la vita, si trova in via D’Amelio, luogo in cui si reca ogni domenica per andare a trovare la madre Maria Pia Lepanto.

Strage di Via D'amelio Fonte Foto Espresso La Repubblica

Strage di Via D’amelio Fonte Foto Espresso La Repubblica

Chi li ha uccisi?

L’impegno della magistratura italiana nei vari processi, nelle inchieste, con le ricostruzioni di testimonianze, ha fatto emergere che, dietro alle stragi di Via D’amelio e di Capaci, ci sono dei mandanti esterni. Le domande che restano aperte sono ancora tante. Assieme ad esse, i misteri che avvolgono i fatti.  Totò Riina, detto u curtu, viene condannato all’ergastolo nel 1997, nel processo per la strage di Capaci, in cui vennero uccisi il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e la scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo. L’altro nome è quello di Matteo Messina Denaro, condannato all’ergastolo in contumacia per reato di strage il 20 ottobre 2020, dalla Corte d’Assise di Caltanissetta, presieduta dal giudice Roberta Serio.

La verità sulle due stragi, però, non è ancora completa.

 

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