Yrelis Pena Santana femminicidio, nessuno ne parla perché era una sex worker ma lei è come Giulia Tramontano: una donna uccisa perché tale

I fatti confermano i dati, tre femminicidi nel giro di pochi giorni: Giulia Tramontano, Pierpaola Romano e Yrelis Pena Santana. Sicuramente avrete sentito parlare tutti della prima. Protagonista assoluta solo perché madre in potenza e quindi degna di attenzione, sconvolgimento generale e giusta indignazione pubblica. Probabilmente avrete sentito parlare meno della seconda, poliziotta uccisa da ex compagno anche lui poliziotto. Ma con una serie di dettagli che non la rendono poi così vittima all’occhio comune: donna in un ruolo di comando, più grande d’età del suo ex compagno che aveva deciso di lasciare. Neanche il fatto che fosse malata ha creato la giusta empatia nel ”pubblico” (perché di questo ormai si parla). E poi, lui è un poliziotto. Ma ovviamente non avrete sentito parlare di Yrelis Pena Santana, sex worker uccisa da un uomo a Cassino. Scopriamo la sua storia e approfondiamo il problema.
Nel comune di Cassino, situato in provincia di Frosinone, il femminicidio di Yrelis Pena Santana si è consumato in via Pasoli. Nel tragico scenario di un appartamento, gli investigatori sono stati testimoni del macabro ritrovamento del cadavere di Yrelis Pena Santana, una donna proveniente da Vercelli e lavorava come sex worker. Il medico legale ha rivelato che la vittima è stata brutalmente assassinata con numerose coltellate al volto e alla gola, con una ferita mortale che ha reciso la giugulare, causando un’emorragia fatale. L’indagine sul caso rivela dettagli agghiaccianti sul suo omicida e la sconcertante indifferenza intorno al caso, che il suo mestiere sembra aver suscitato nell’opinione pubblica.
Il ritrovamento del corpo
Quando gli investigatori hanno varcato la soglia dell’appartamento in via Pasoli, hanno fatto una scoperta che ha lasciato senza parole: il corpo senza vita di Yrelis Pena Santana. Sulle sue spoglie si potevano notare numerose ferite causate da un’arma bianca. Il medico legale, dopo un’attenta analisi, ha confermato che la donna è stata uccisa da coltellate alla gola e al volto. Una delle ferite ha reciso la giugulare, provocando una morte per dissanguamento. Sul collo sono stati riscontrati segni che indicano un tentativo di strangolamento.
L’allarme dei vicini
Uno dei vicini di casa di Yrelis Pena Santana ha avuto il terribile compito di chiamare le forze dell’ordine dopo aver notato qualcosa di inquietante la mattina di sabato 27 maggio. Inizialmente, vedendo la porta socchiusa dell’appartamento, ha pensato che la donna fosse fuori. Tuttavia, quando ha bussato per fare alcune domande, si è reso conto che qualcosa non andava. Ha notato tracce di sangue e ha subito lanciato l’allarme. «Non vedevo Yrelis da circa un mese perché sono spesso fuori per lavoro. Quando ho visto la porta di casa aperta, ho pensato che fosse al supermercato».
Inizialmente, non aveva il minimo sospetto che qualcosa di terribile potesse essere accaduto. Solo quando ha bussato alla porta della donna, intorno alle 13:30, ha capito che la situazione era grave: «Appena ho bussato, ho visto sangue ovunque all’ingresso. Non sono riuscito ad andare oltre e ho chiamato immediatamente la polizia».
Sandro Di Carlo: chi è il presunto assassino?
Secondo le indagini condotte dalla polizia, il presunto assassino di Yrelis Pena Santana sarebbe Sandro Di Carlo, un giovane di 26 anni. Di Carlo è stato fermato e trasferito nel carcere di Cassino dagli investigatori della Squadra Mobile di Frosinone.
Il sospetto è emerso grazie a una serie di prove rilevate sulla scena del crimine, inclusa un’impronta digitale distintiva trovata sul luogo del delitto. Inoltre, sia gli abiti che le scarpe di Di Carlo presentavano tracce di sangue della vittima.
Il giovane era già noto alle forze dell’ordine, in quanto due anni prima era stato condannato dal Tribunale di Cassino per lesioni e rissa. Dopo l’omicidio, era stato sottoposto all’obbligo di firma per gli stessi reati. Non è esclusa la presenza di un secondo individuo sul luogo del delitto, forse un collega di lavoro di Di Carlo.
Oltre alle prove rinvenute sugli indumenti e sulle scarpe del sospettato, la scena del crimine ha fornito una serie di indizi sconcertanti. Gli investigatori hanno scoperto “un’impronta di una mano sporca di sangue lasciata dall’assassino sulla parete, ai piedi della donna”.
Questa scoperta è stata resa possibile grazie agli accurati rilievi scientifici condotti dalla Polizia Scientifica del Gabinetto Provinciale di Frosinone e dai colleghi del Posto di Segnalamento di Cassino. L’impronta è stata quindi confrontata con il database della polizia, che ha permesso di identificare l’uomo responsabile.
Perché nessuno parla del femminicidio di Yrelis Pena Santana?
Il femminicidio di Yrelis Pena Santana ha scosso la comunità di Cassino, ma la sua tragica storia sembra essere passata inosservata nel panorama mediatico. Il suo status di sex worker ha chiaramente contribuito all’indifferenza e al silenzio che circondano il suo caso.
Mentre gli investigatori continuano a ricostruire gli eventi che hanno portato alla sua morte, è fondamentale riflettere sulla violenza di genere e sulle ingiustizie sociali che ancora oggi affliggono le donne. La storia di Yrelis Pena Santana è l’ennesima bandiera che ci ricorda quanto lavoro resta ancora da fare per garantire la sicurezza e i diritti delle donne.
Yrelis Pena Santana, Pierpaola Tramontano e Giulia Tramontano sono la stessa donna. Sono te che leggi che questo articolo. Sono morte in quanto donne. Non per il loro lavoro, non per aver sbagliato un incontro, non per aver lasciato il compagno. Si chiama femminicidio ed è un fenomeno sistemico. E serve che continuiamo a ribadirlo.