Michelle Causo femminicidio Primavalle, ammazzata e buttata come spazzatura: cosa è successo?

Michelle Maria Causo femminicidio, la ragazza di 17 anni trovata morta a Primavalle (Roma) uccisa dall'amico: cosa è successo? Cause

Quello di Michelle Maria Causo, nonostante non siano ancora stati svelati tutti i dettagli, sembra avere tutti gli ingredienti dell’ennesimo femminicidio. Il corpo della ragazza di diciassette anni è stato trovato, mercoledì scorso, all’interno di un carrello della spesa accanto ai cassonetti della spazzatura in via Stefano Borgia, nel quartiere Primavalle, a Roma.

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La violenza sulle donne è un fenomeno sistemico. Il caso Michelle Causo, la studentessa 17enne trovata morta, racconta ancora una volta un problema serio che riguarda la società odierna. Scopriamo tutti i dettagli noti fino ad ora, cosa è successo e perché sembra trattarsi dell’ennesimo caso di violenza di genere.

Michelle Maria Causo chi è la ragazza trovata morta a Primavalle?

Michelle Maria Causo, una giovane romana, era una studentessa presso il liceo psicopedagogico Vittorio Gassman, che si trovava nelle vicinanze del luogo in cui è stato rinvenuto il suo corpo senza vita. I suoi compagni di scuola la ricordano come una ragazza tranquilla e intelligente. Aveva sogni e progetti per il futuro, ma la sua vita è stata tragicamente interrotta in modo improvviso.

Femminicidio Primavalle: cosa è successo a Michelle Cauro? Come è morta?

Secondo una prima ricostruzione degli eventi, sembra che Michelle sia stata uccisa con diverse coltellate mentre cercava di difendersi dall’aggressore. Si tratta di un ragazzo che vive nella stessa zona di Roma.

Chi è il ragazzo arrestato? Non è il fidanzato, ma questo non cambia nulla

Il diciassettenne arrestato non è il fidanzato della ragazza, bensì un suo amico, ma questo poco cambia nella dinamica degli eventi: le basi dei femminicidi sono radicate nel concetto di genere, indipendentemente dalla tipologia di rapporto che c’è tra la vittima e il suo carnefice.

Gli inquirenti hanno interrogato il giovane poco dopo il ritrovamento del corpo al fine di ottenere maggiori informazioni sull’accaduto. I vicini di casa del ragazzo hanno sollevato i sospetti e hanno allertato le forze dell’ordine dopo averlo visto fuori casa trascinando un carrello della spesa coperto da buste apparentemente pesanti.

Il ragazzo sembrava agitato e sudato, come se fosse sopraffatto dal peso di ciò che stava trasportando. Nonostante gli abbiano offerto aiuto, ha rifiutato. I vicini insospettiti, quindi, hanno ritenuto la situazione sospetta e hanno contattato immediatamente la polizia, che è arrivata poco dopo sul posto.

Gli agenti hanno arrestato il ragazzo in flagranza di reato nel pomeriggio del 28 giugno. Sulle sue vesti sono state trovate tracce di sangue, e ciò ha ulteriormente innescato le indagini. Il giovane è stato condotto in commissariato per un primo interrogatorio, durante il quale non ha confessato il crimine.

Buttata come spazzatura

A Michelle Maria Causo non è stata riservata alcuna pietà. Né da viva, né da morta. Come in ogni femminicidio, l’uomo che uccide non da alcun valore alla donna vittima, che viene limitata di ogni diritto: anche quello di vivere. E anche da morta, Michelle Maria Causo è stata trattata senza alcun valore: come spazzatura.

Il femminicidio è un fenomeno sistemico: smettiamo di educare le donne a non essere uccise e non gli uomini a non ucciderle

Il femminicidio è un fenomeno sistemico e va gestito dallo Stato non dalle vittime. Noi donne non dovremmo essere educate alla sopravvivenza. Da vive non veniamo tutelate ma ci piangono da morte. E anche da morte continuano a giudicare cosa avremmo dovuto o non dovuto fare. Quale incontro avremmo dovuto evitare e quale gonna non avremmo dovuto mettere.

Ma io non ci sto. Non ci sto a sentire ancora storie sui ”però” sui ”ma se” e sui ”poteva”. La vittima è vittima, senza però, senza se e no non poteva fare niente. È questo il punto. Sono gli uomini a dover essere educati. È la società a dover smantellare la radice tossica del patriarcato e delle sue ramificazioni. È lo Stato a dover agire.

Alle donne resta il diritto di incazzarsi, non è poco, non ce lo faremo bastare ma è la base. Che questo nessun uomo e nessuna ministra può togliercelo.

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