Arisa conferma che l’Italia ha un problema con i bisessuali e la bisessualità: perché bisogna parlare di bifobia

Arisa e la bisessualità: in Italia c'è un problema di bifobia e il suo post su Instagram ne è l'ennesima, triste conferma.

Arisa, a corredo di alcune fotografie pubblicate su Instagram, in cui si mostra completamente nuda, ha scritto di essere alla ricerca di un marito. Tra i requisiti richiesti, ce n’è uno su cui ho deciso di soffermarmi: la cantante cerca, cito testuali parole, un uomo «a cui piaccia solo e da matti l’organo sessuale femminile».

Inizio, dunque, ribadendo qualcosa che – purtroppo – sappiamo già: l’Italia ha un problema di bifobia, vale a dire un’avversione verso i bisessuali. Ancor più evidente è la bifobia verso i bisessuali maschi, perché il fatto che un uomo possa apprezzare «l’organo sessuale femminile» e quello maschile, per tanti, è un demerito, una colpa: la bisessualità, a detta di molti, lo renderebbe meno virile.

Bifobia: i pregiudizi sulla bisessualità contro cui devono combattere i bisessuali

I bisessuali, da sempre, sono vittime di una doppia omofobia: innanzitutto per il fatto di avere un orientamento sessuale diverso da quello ritenuto “normale” (l’eterosessualità, ça va sans dire) e poi per il fatto di essere considerati ambigui, dal momento che non sono classificabili come etero né come gay. Non solo, i bisessuali che sono vittime di pregiudizi, quindi di discriminazioni, non vengono presi di mira soltanto degli eterosessuali, ma anche dagli omosessuali stessi, perché per molti la bisessualità è una condizione di instabilità, di confusione, di incertezza.

Ma non è finita qui, perché la bisessualità non è ritenuta una condizione definitiva, bensì transitoria: c’è chi pensa, in altre parole, che un bisessuale prima o poi sceglierà da che parte stare. A tutto ciò, si aggiunge il fatto che per molti la bisessualità sia sinonimo di irresponsabilità sessuale, perché si pensa che i bisessuali siano sessualmente promiscui e incapaci di avere una relazione stabile (e quindi certamente traditori).

Arisa e lo stigma contro i bisessuali

Insomma, alla luce di tutto questo, le parole di Arisa non sono affatto innocue come appaiono. Anzi, al contrario, sono molto pericolose, perché normalizzano e rafforzano un atteggiamento di stigmatizzazione verso i bisessuali.

Un uomo a cui piace «solo e da matti l’organo sessuale femminile» non è in alcun modo migliore di quello a cui, invece, piace anche l’organo sessuale maschile. Non è più uomo, più virile, più deciso, forte o risoluto. Abbattere certi cliché, togliere di mezzo ogni ambiguità (e mi riferisco al sottinteso che un bisessuale sia un uomo a metà) è l’unico modo che abbiamo per dare a tutti l’opportunità, che poi è un diritto sacrosanto, di essere quel che è. Nessuno, per nessun motivo, dovrebbe mai pensare di essere sbagliato.

Non so se Arisa troverà marito dopo il suo annuncio, ma di certo ha trovato, se vorrà farne tesoro, una lezione di rispetto e buonsenso.

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