Annalisa ed Elodie: perché l’esibizione del corpo femminile indigna, mentre quello di quello maschile no?

Annalisa è vittima, come Elodie, di chi l'accusa di mostrare troppo il proprio corpo: ma perché il corpo delle donne crea tanta indignazione?

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Dopo Elodie, adesso tocca ad Annalisa: la cantante, oggi popstar affermata e produttrice seriale di hit, negli ultimi tempi – coerentemente alle sonorità che propone – sfoggia un look sempre più sensuale e audace. E questo, ovviamente, non è andato bene a più di qualcuno. Ci risiamo: una popstar si esprime (anche) attraverso la propria fisicità e i propri look (cosa che si fa da sempre, basti pensare a Madonna o alle nostre Patty Pravo e Mina) e qualcuno storce il naso.

Annalisa: se esibisci il tuo corpo, vali di meno

Le frasi che le rivolgono? Sempre le stesse. Voglio analizzarle, qui di seguito, una per una.

«Hai talento, non hai bisogno di spogliarti»: perché, chi ha stabilito che ci si spogli per bisogno? È tanto difficile concepire che un’artista che fa pop si esprima anche attraverso i suoi vestiti di scena?

«Prima mi piacevi, adesso non più»: quindi un reggicalze modifica il gusto degli ascoltatori? Se avesse cantato le stesse canzoni, ma in tailleur e camicia bianca, ti sarebbe piaciuta di più?

«Lo fai per vendere più dischi»: ma perché nessuno rivolge questa accusa ai cantanti uomini, specie a quelli che si esibiscono perlopiù a torso nudo o in abiti trasparenti, come Mengoni o Mahmood, oppure i vari Blanco, Rkomi, Achille Lauro, Il Tre e Damiano dei Maneskin? Gli uomini possono tutto, mentre le donne vengono tacciate di prostituire la propria immagine per ottenere consensi.

«Sei diventata superficiale»: un abito di scena modifica il carattere di una persona? Quindi, se avesse indossato il tailleur di cui sopra, sarebbe stata una donna seria e profonda?

«Pensa a cantare anziché mostrarti»: e perché mai una cantante non dovrebbe essere libera di fare entrambe le cose? Perché una donna non dovrebbe fare esattamente quello che le pare sempre e in ogni circostanza (fermo restando che in questo caso stiamo parlando di abiti di scena)?

Annalisa dimostra che l’Italia ha (ancora) un problema con le donne

Oltre a esserci un profondo problema culturale, perché la musica pop, da che esiste, è strettamente legata alla grammatica visiva e la diffusione di un messaggio non passa soltanto attraverso la musica, ma anche tramite le scelte stilistiche che l’artista fa, qui – ancora una volta – c’è un problema di maschilismo. Perché di artisti maschi che fanno pop ce ne sono tanti e tutti usano il corpo, la fisicità e il vestiario per comunicare, ma nessuno taccia – per dire – Mengoni o Mahmood di usare il corpo per vendere dischi, di essere cambiati, di essere superficiali. Nessuno dice loro che non dovrebbero spogliarsi perché hanno talento.

Ecco, forse dovremmo chiederci perché l’esibizione del corpo della donna ci arrechi tanto fastidio, perché crei disappunto, perché finisca sempre per diventare una nota di demerito. Perché il corpo di una donna, se mostrato, la qualifica negativamente, mentre quello di un uomo diventa una qualità? Abbiamo un problema radicato, profondo.

E non vi salverà accusare Annalisa, Elodie o chicchessia di non essere affatto libere e di spogliarsi per «adeguarsi al sistema». Se anche fosse vero, perché non rivolgete la stessa accusa agli uomini? Perché, addirittura, non vi accorgete che gli uomini sono “vittime” di questo (presunto) “sistema” al pari delle donne? Perché, dunque, le donne sarebbero vittime e gli uomini no? Ecco che, da qualsiasi angolazione la si guardi, il problema è sempre lo stesso: si chiama maschilismo.

In questa storia, se ci sono vittime, siete voi, che non riuscite a liberarvi dal bisogno di giudicare, sminuire, denigrare una donna “colpevole” di mostrare il proprio corpo. Siete voi, che definite superficiale chi mostra il corpo, ma – evidentemente – non chi giudica un’altra persona per il suo corpo. Il paradosso è tutto qui.