Padova 33 bambini rischiano di perdere un genitore, cosa succede ai figli delle famiglie arcobaleno composte da due mamme? «Omofobia di Stato»

Procura di Padova contro le famiglie arcobaleno formate da due mamme, 33 bambini rischiano di perdere i propri diritti: cosa succede adesso?

La Procura di Padova ha deciso di impugnare gli atti di nascita di 33 bambini registrati con due madri, significa togliere un genitore legale a minori anche a distanza di 6 anni dalla nascita: questo sarebbe un paese civile? Questa decisione ha scatenato, giustamente, un dibattito politico sul rispetto delle leggi e sulla tutela dei diritti civili. Cerchiamo di capire come è potuto succedere e cosa comporta questa decisione per le famiglie e per i figli.

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Mentre il Partito Democratico accusa la situazione di rappresentare una “deriva autoritaria” del Paese, il centrodestra sostiene che si tratta semplicemente dell’applicazione delle leggi esistenti. Esemplari le parole di Alessia Crocini, Presidente di Famiglie Arcobaleno: «Mentre Carolina Varchi di FDI, relatrice della proposta di legge contro la GPA, oggi assicurava in Parlamento che il suo partito ha a cuore tutti i bambini, veniva notificata alle prime mamme di Padova l’impugnazione del certificato di nascita: ipocrisia allo stato puro di un Governo che da quando si è insediato agisce in maniera sistematica per cancellare i diritti dei nostri figli».

Cosa è successo a Padova?

Il 14 novembre è stata fissata la discussione del ricorso relativo al primo atto di nascita registrato il 30 agosto 2017. La Procura di Padova ha presentato una richiesta al tribunale per modificare i 33 atti di nascita dei bambini nati da coppie con due madri e registrati dal sindaco Sergio Giordani a partire dal 2017. L’11 aprile, è arrivata la richiesta al Comune di trasmettere tutti gli atti di nascita delle coppie omogenitoriali coinvolte.

La richiesta prevede la cancellazione del nome della madre non biologica e la rettifica dei cognomi dei bambini coinvolti. Questo caso è il risultato di una circolare del Ministero dell’Interno e della sentenza della Corte di Cassazione, che hanno stabilito la necessità di un’adozione per i bambini nati all’estero tramite maternità surrogata per essere riconosciuti in Italia.

La Procura di Padova ha presentato un ricorso al tribunale chiedendo la cancellazione del nome della madre non biologica e la rettifica dei cognomi dei 33 bambini nati da coppie con due madri. Le famiglie coinvolte e i loro legali hanno ricevuto delle raccomandate con questa richiesta da parte della Procura.

Questa richiesta si basa sulla circolare del Ministero dell’Interno e sulla sentenza della Corte di Cassazione indirizzata, in realtà, ai bambini nati all’estero tramite maternità surrogata che devono essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori attraverso un’adozione speciale, piuttosto che con una semplice trascrizione all’anagrafe. 

L’udienza del ricorso è stata fissata per il 14 novembre 2023, la bambina coinvolta nel caso in ha sei anni. Il suo atto di nascita, registrato il 30 agosto 2017, è considerato illegittimo dalla procura di Padova.

Cosa significa e cosa comporta la scelta della Procura di Padova?

Le famiglie così perdono diritti. Non si tratta semplicemente di titoli e carte. Ma di una reale problematica che danneggia la tutela dei bambini. Una delle due mamme, per esempio, non potrà andare a prendere i figli a scuola se non con delega.

Non avendo il suo nome sui documenti non potrà viaggiare da sola con i figli o chiedere il passaporto per loro. Una delle madri non avrà diritto di seguirli dal pediatra o in altre visite mediche. Non avrà diritti in caso di morte della compagna e i figli potrebbero andare in affido. E questi sono solo alcuni dei tanti esempi.

La posizione della Procura di Padova

Secondo la Procura di Padova, la registrazione di un bambino nato da due donne è illegale. Pertanto, la Procura ha richiesto che gli atti di nascita siano corretti, eliminando il nome della madre non biologica e, se necessario, anche il cognome della madre “rimossa”. La Procura sta procedendo con la notifica degli atti e ha avviato una crociata legale per far rispettare l’interpretazione delle leggi vigenti.

Gli atti di nascita registrati con due madri sono considerati illegittimi secondo la circolare del Ministero dell’Interno e la sentenza della Corte di Cassazione. Queste disposizioni stabiliscono che i bambini nati all’estero tramite maternità surrogata devono essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori mediante un’adozione speciale, approvata da un giudice, anziché attraverso una semplice trascrizione all’anagrafe.

Il sindaco di Padova che aveva trascritto gli atti di nascita dei bambini «Ho agito secondo coscienza»

Il sindaco di Padova, Sergio Giordani, ha difeso la sua decisione di trascrivere gli atti di nascita dei bambini con due madri, agendo “secondo coscienza”. L’uomo si tiene saldo sulla posizione che lo aveva spinto a trascrivere gli atti di nascita dei bambini delle famiglie arcobaleno, sostenendo – giustamente – che non ci debbano essere figli di “serie A” e “serie B” e che tutti i bambini dovrebbero godere degli stessi diritti fondamentali. Ha chiesto, dunque, un intervento da parte del governo e del Parlamento per colmare il vuoto legislativo esistente e garantire la tutela dei diritti dei bambini.

Come è potuto succedere? La sentenza della Cassazione e le conseguenze

La sentenza della Cassazione del 30 dicembre 2022 ha stabilito che solamente il padre biologico può essere registrato come genitore in una coppia di uomini. Questa decisione ha aperto il dibattito sulla necessità di intervento da parte del Parlamento per chiarire le leggi che riguardano i figli di coppie omosessuali e i bambini nati tramite fecondazione assistita.

Nel caso di Padova, alcune famiglie potrebbero essere, dunque, costrette ad affrontare un processo di adozione dopo anni di vita normale. Mentre i figli delle famiglie arcobaleno dovrebbero rinunciare per sempre, legalmente, ad uno dei due genitori. Ed è inammissibile.

Le reazioni politiche «Questa è omofobia di Stato»

Il Partito Democratico considera l’impugnazione degli atti di nascita come un atto di ferocia e un attacco alle famiglie e ai diritti dei bambini. Secondo il Pd, questa situazione rappresenta una “deriva autoritaria” che mette in discussione i legami familiari basati sull’amore e sul rispetto.

«È semplicemente atroce pensare che dei bambini di 7 anni possano ritrovarsi dalla sera alla mattina privati legalmente di una delle loro mamme, ma alla destra di questi bambini non interessa assolutamente nulla», queste le parole di Rachele Scarpa del Pd.

Un’altra delle persone che espresso chiaramente il problema sulla questione delle famiglie arcobaleno è Chiara Appendino, deputata M5s e prima sindaca in Italia a trascrivere il figlio di una coppia omogenitoriale: «Quando lo Stato non ha il coraggio di colmare un vuoto normativo si arriva a situazioni folli come questa di diritti dati e a distanza di anni revocati. E mentre il Governo blatera di assurdi reati universali, le conseguenze le pagano i bambini senza garanzie»

Mentre la leader e il segretario di +Europa, Emma Bonino e Riccardo Magi, hanno diffuso una nota: «Non 33 pezzi di carta ma 33 bambini, esseri umani. Ecco cosa produce l’omofobia di Stato di questo governo. Come si fa ancora a sostenere che non c’e’ la volontà di discriminare questi bambini? Sembra un governo dei talebani e degli ayatollah»

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