Cristian Barone chi è il 18enne arrestato coinvolto nello stupro di Palermo?

Stupro di Palermo Cristian Barone, chi sono i sette arrestati per la violenza sessuale ai danni della ragazza di 19 anni: nomi, volti e foto

Perché delle vittime è sempre così facile rintracciare le informazioni? Mentre per gli accusati è una vera e propria caccia al tesoro? Ce lo siamo chiesti e abbiamo deciso di rispondere alla richiesta. Lo stupro di Palermo è una delle pagine più buie della cronaca italiana, e purtroppo è solo uno dei tanti casi che fa parte di un fenomeno sistemico di violenza sulle donne; la cronaca ha portato a galla i nomi dei sette stupratori protagonisti e la pubblicazione della loro identità è una necessità di cronaca che non può essere omessa. Come succede quando gli arrestati sono mafiosi, politici, professionisti o pregiudicati è necessario dare un volto e un nome a chi si è reso protagonista di questa squallida vicenda.

I loro nomi sono: Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Cristian Barone, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao. Resta fuori il nome del settimo arrestato che all’epoca del fatto era minorenne. Ometteremo per scelta i tanti particolari morbosi relativi ai messaggi scambiati dai sette accusati. Troviamo triggerante e sintomatica la necessità di dover mettere alla luce i dettagli per avvalorare la violenza evidente alla base della vicenda. Piuttosto, però, preferiamo che i nomi e i volti di chi ne ha fatto parte siano chiari a tutti.

Il gruppo di uomini che ha aggredito, umiliato e violentato la 19enne di Palermo sono tutti stati rintracciati e arrestati. Sarà il processo a confermare la loro colpevolezza, ma quel che è chiaro è chiaro. Le intercettazioni hanno già stabilito quanto successo. I giorni successivi la violenza, avvenuta il 7 luglio 2023, gli indagati hanno svelato i particolari dello stupro in zona Foro Italico di Palermo nella chat di Whastapp, tutte poi analizzate dai carabinieri di Brancaccio che hanno raccolto la denuncia e la testimonianza della giovane.

Cristian Barone chi è? Nomi e volti dei sette arrestati per lo stupro di Palermo

Cristian Barone è uno dei sette uomini arrestato per lo stupro di gruppo avvenuto a Palermo. Ha 18 anni. Barone è stato arrestato insieme agli altri 5 maggiorenni e un minore che adesso avrebbe compiuto 18 anni.

Sui social, dove i sette giovani arrestati per lo stupro sul lungomare del Foro Italico di Palermo, da giorni, vengono ricoperti di insulti, le loro foto sono state diffuse. La parola “stupro” è stata per 24 ore al primo posto nei trend di X (l’ex Twitter), e anche su TikTok e Instagram i post più condivisi e visualizzati sono quelli che contengono i nomi e i cognomi, insieme alle fotografie, degli aggressori.

Gli stessi aggressori che hanno diffuso via chat il video degli abusi, commentando con frasi agghiaccianti. Dopo avere lasciato la vittima riversa in terra, in lacrime e ferita, invece di chiamare un’ambulanza come lei aveva supplicato di fare, sono andati a fare uno spuntino in rosticceria. Quindi no, non ci sembra troppo parlare di ognuno di loro facendo nome e cognome.

La cena in rosticceria dopo lo stupro

I sette ragazzi arrestati per stupro non hanno mostrato alcun rimorso dopo la violenza. Dalle intercettazioni telefoniche è emerso che il gruppo – dopo la violenza – è andato a mangiare in una rosticceria come se nulla fosse, lasciando la vittima a terra. Una scena – riporta il Corriere della Sera – testimoniata anche dalle immagini delle videocamere presenti sul lungomare. Anche per questo il gip che ha convalidato l’arresto ha descritto i sette come persone di «elevatissima pericolosità sociale, di totale assenza di freni inibitori e di violenza estrema e gratuita ai danni di una vittima inerme, trattata come un oggetto, senza alcuna pietà». Sarà interessante ora ascoltare il resoconto degli interrogatori, in cui siamo certi non mancheranno lacrime e pentimento.

Caccia ai cellulari dei sette arrestati: Arnao ne avrebbe nascosto uno sottoterra

Scatta la ricerca dei cellulari di alcuni dei setti accusati dello stupro. Tre di loro, arrestati venerdì scorso con l’accusa di violenza sessuale di gruppo, saranno interrogati nelle prossime ore dal gip. Dovranno spiegare cosa è successo la notte 7 luglio scorso quando, come ricostruito dai carabinieri, hanno violentato a turno una 19enne.

Come riportato da Repubblica Palermo a inchiodare il gruppo, oltre alla denuncia della giovane e ai referti medici ci sono anche alcune telecamere di sorveglianza. Ma c’è di più, anche gli smartphone di alcuni del gruppo potrebbero rivelare ulteriori elementi utili all’indagine. Tant’è che i furbissimi ragazzi hanno parlato tra loro della necessità di nasconderli per non farli trovare dagli inquirenti.

Durante una intercettazione nella caserma dei carabinieri Samuele La Grassa ed Elio Arnao parlano dei telefoni nascoti, uno dei quali sarebbe stato seppellito sotto terra. «Poi me lo scrivi su WhatsApp dove lo hai messo», chiede La Grassa ad Arnao. Lui risponde: «Cosa, il telefono? Neanche in una pianta è… era in un magazzino pure in un punto sotto terra. Lo sappiamo soltanto io e Francesco. Te l’ho detto, devi sempre avere qualcosa nascosta».

I video dell stupro, alla violenza si aggiunge la violenza del revenge porn

I carabinieri e il pubblico ministero hanno esaminato i video registrati quella sera da Angelo Flores. Durante l’atto dello stupro di gruppo, aveva registrato la scena con il suo cellulare, incoraggiando i suoi amici e mantenendo l’obiettivo della telecamera lontano da sé. Questi video, in particolare, sono stati fondamentali per individuare gli autori del reato. La Procura ha precisato nei documenti legali: «Sebbene i filmati siano parziali e di breve durata, non coprendo l’intero svolgimento della violenza sessuale, contengono numerosi elementi che sostengono l’accusa, in piena corrispondenza con quanto dichiarato dalla vittima fin dall’inizio, che aveva menzionato esplicitamente le riprese video».

È possibile che alcuni video siano stati cancellati già la sera stessa, forse a causa del timore dell’indagato di una possibile denuncia da parte della giovane vittima. Tuttavia, il giorno successivo i messaggi scambiati dal giovane hanno rivelato ulteriori dettagli. Secondo quanto riportato dalla Procura, l’interlocutore con cui l’indagato stava comunicando gli aveva accennato alla possibilità di una denuncia da parte della vittima. L’interlocutore lo aveva messo in guardia dicendo: «Stai attento a questi video», un avvertimento proveniente dalla parte opposta della conversazione telefonica.

La risposta dell’indagato è stata: «Infatti, adesso li sto eliminando tutti. Li sto mandando solo a chi li dovevo mandare e li elimino, perché non voglio avere nulla a che fare con questa situazione».

Le indagini dei carabinieri si concentreranno sulla destinazione di questi video e sul loro contenuto. Tuttavia, è certo che il ragazzo – come confermato dalla testimonianza della ragazza che ha affermato che questo conoscente aveva filmato mentre i suoi amici la violentavano – aveva ripreso la scena dello stupro utilizzando il suo cellulare. Inoltre, è stato l’indagato stesso a prendere l’iniziativa di inviare e cancellare in fretta i video, presumibilmente per eliminare qualsiasi prova dell’accaduto dal suo telefono.

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