Pier Silvio Berlusconi se la prende con il nemico sbagliato, la lettera fiume in difesa dei suoi programmi

Pier Silvio Berlusconi non ci sta a far passare Mediaset e i suoi programmi per trash, la lettera fiume e il grande assente: il pubblico!

Pier Silvio Berlusconi è furioso e ha deciso di mettere nero su bianco la sua indignazione: il motivo che ha scatenato la sua ira riguarda il costante collegamento tra i suoi programmi e il trash. L’amministratore delegato non ci sta a far passare la sua rete come contenitore di programmi spazzatura e risponde agli attacchi per le rime.

Peccato che, nonostante le ”rottamazioni” (tutte al femminile), i richiami, le regole, le parole e le intenzioni, la sua tv continui ad essere ricca di momenti al limite del buongusto, che poco hanno a che fare con lo spirito pop a cui Berlusconi vorrebbe aspirare.

Quel che forse non sembra chiaro ai commentatori quanto a Pier Silvio Berlusconi è che il cambiamento da uno stile, così radicato negli anni, è difficile da ottenere con poche semplici mosse e in così poco tempo. Le novità sono difficili da applicare, gestire e far digerire. Quindi servirà molto più delle buone intenzioni per ottenere dei risultati in termini di riuscita a di riscontro da parte del pubblico. Pubblico sempre più disorientato dai continui cambi e che sta tentando a suo modo di seguire questa ”rivoluzione (ancora non riuscita)” e comprenderla.

La lettera di Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi è visibilmente arrabbiato con coloro che criticano Mediaset, sostenendo, sia sui mezzi di comunicazione che online, che la rete diffonda troppi contenuti di bassa qualità. In una mossa insolita, l’amministratore delegato del gruppo Mediaset ha rilasciato un comunicato ufficiale martedì 10 ottobre, prendendo di mira chiunque accusi le reti televisive commerciali del suo gruppo di essere infestate da spettacoli di cattivo gusto. Non è del tutto chiaro a cosa si stia riferendo in modo specifico, ma uno dei casi potrebbe essere il controverso confronto trasmesso su “Pomeriggio Cinque” tra Javier Rigau e Andrea Piazzolla, che si è concluso con scambi di insulti.

Il comunicato ufficiale

Ecco la comunicazione ufficiale fatta da Berlusconi:

«Mai, come in questo 2023, stampa e web si sono riempite di polemiche sul cosiddetto “trash televisivo, un’espressione che a me non piace per niente. Spesso infatti è una facile scorciatoia per denigrare la televisione leggera e spensierata che se fatta bene sa essere autenticamente popolare. La televisione, per dirla “old style”, è un elettrodomestico. Un device che può essere acceso o spento. quando è acceso diventa un media, come la stampa, come il web: alcuni programmi possono essere istruttivi ma non la televisione nel suo complesso. Per intenderci, i minori non devono essere lasciati soli davanti ai media, né davanti alla tv, né ad altri device. La nostra tv, quella commerciale, è un mezzo di intrattenimento e informazione. Fa compagnia, diverte e informa gli italiani in ogni ora della giornata. Noi siamo stati i primi a offrire questo mix così vario e vivace al pubblico. E il risultato è riconosciuto da tutti è che la nascita delle tv indipendenti ha contribuito alla modernizzazione dei costumi.

L’arrivo della nostra concorrenza ha infatti portato i colori in tv. Abbiamo stupito con programmi dirompenti, cito solo per dare un’idea “Drive In” di Antonio Ricci. Abbiamo cambiato anche l’informazione con la nascita del TG5, una proposta che ha portato freschezza, libertà e un nuovo modo di raccontare le notizie. E molti anni dopo, nel 2000, abbiamo innovato portando in tv il primo reality, il “Grande Fratello”: 100 giorni davanti alle telecamere per ragazze e ragazzi sconosciuti che mai erano entrati in uno studio tv. Creando grande attenzione, ma anche tante polemiche. Dall’altra parte l’innovazione fa discutere, è normale. Ma io penso che sia nostro dovere continuare a modernizzare, provarci, uscire dal consueto. Dobbiamo riuscire a rappresentare la realtà e la società in ogni loro aspetto e con tutte le loro evoluzioni, che ci piacciano o meno. Certo, noi dobbiamo creare le condizioni perché non si arrivi mai alla mancanza di rispetto. Sia chiaro, non abbiamo pregiudizi: non ci scandalizzano le figure estrose, i confronti anche spigolosi, le battute irriverenti, ma mai si deve arrivare alla mancanza di rispetto sia tra i partecipanti di un programma sia verso il pubblico.

Insomma, mi sembra che quello che con snobismo viene chiamato “trash televisivo” si riferisca unicamente a singoli momenti infelici, tv fatta bene o male. Ma se, come è giusto, si lascia libertà a chi ha il compito di creare i contenuti sempre caldi e sempre vivi, può capitare di andare oltre. E noi dobbiamo fare tutto il possibile per evitare eccessi. Eccessi che fortunatamente rappresentano una quota minima rispetto a una televisione di grande qualità e ricchezza come quella che va in onda 24 ore al giorno su decine di canali italiani, pubblici e privati. Per chiudere, la tv popolare anche quando è leggera e divertente piace al pubblico, piace a me e svolge anche un importante ruolo sociale. Sono contento di poterlo ribadire in una pubblicazione di alto livello come “Il libro dei fatti 2023”»

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