Il solito gender gap, Sanremo ha un problema con le donne: ecco perché

Al Festival di Sanremo 2024 c'è sempre troppo poco spazio per le donne, la lista dei cantanti big ammessi in gara lo conferma: ecco perché

Niente da fare: anche quest’anno le donne in gara a Sanremo sono in numero nettamente inferiore rispetto agli uomini, precisamente nove (di cui una in gruppo) su ventisette cantanti big.

Qualcuno potrebbe dire che, evidentemente, le canzoni proposte dalle donne sono meno belle rispetto a quelle proposte dai cantanti maschi, ma appare quantomeno bizzarro che, ogni anno, le canzoni delle donne siano più brutte rispetto a quelle dei colleghi uomini.

Senza considerare il fatto che l’ultima vittoria di una donna risale al 2014 (quando Arisa trionfò con Controvento), l’ultimo podio di una donna solista al 2018 (Annalisa al terzo posto con Il mondo prima di te), l’ultima conduzione di una donna in solitaria al 2010 (Antonella Clerici, ma prima di lei soltanto Loretta Goggi, Raffaella Carrà e Simona Ventura). Come se non bastasse, in 75 edizioni, non vi è mai stata una direttrice artistica, ma solo e soltanto uomini.

Problema di gender gap: chi e quante sono le cantanti donne a Sanremo 2024?

Insomma, Sanremo è l’emblema perfetto del gender gap e della società in cui viviamo: una società a stampo maschilista, in cui le donne sono accessori (nel migliore dei casi, come quando si tratta delle co-conduttrici, possono fare un monologo all’una di notte), vengono rappresentate parzialmente (come nel caso delle poche artiste in gara) e non hanno mai alcun potere decisionale (tutti i ruoli di responsabilità, infatti, appartengono agli uomini).

Quindi, quest’anno, al Festival, vedremo Fiorella Mannoia, Emma, Angelina Mango, Alessandra Amoroso, Rose Villain, Loredana Bertè, Big Mama, Annalisa e Angela dei Ricchi e Poveri.

Gli uomini, come sempre, saranno tanti, tantissimi: La Sad, Sangiovanni, Alfa,  Maninni, Geolier, Dargen D’Amico, Fred De Palma, Diodato, Il Tre, Renga & Nek, Gazzelle, Negramaro, Irama, Mahmood, The Kolors, Ghali, Mr Rain e Il Volo.

Cosa è il Gender Gap?

Il termine “gender gap” si riferisce principalmente alle disuguaglianze sistemiche e alle disparità di trattamento che le donne possono sperimentare rispetto agli uomini in vari aspetti della vita. Queste disuguaglianze possono manifestarsi in diverse aree, tra cui lavoro, istruzione, salute e partecipazione politica. Ecco alcune sfaccettature comuni del gender gap:

  1. Gender Pay Gap: È una delle forme più evidenti di gender gap. Rappresenta la differenza tra gli stipendi medi degli uomini e delle donne che svolgono lo stesso lavoro o lavori di uguale valore. Anche se negli ultimi anni ci sono stati progressi, molte donne continuano a guadagnare meno rispetto agli uomini.
  2. Gender Education Gap: Pur essendoci stati progressi significativi nell’accesso all’istruzione per le donne, alcune società possono ancora presentare differenze nel trattamento delle ragazze rispetto ai ragazzi in termini di accesso all’educazione e di incoraggiamento verso determinati percorsi di studio.
  3. Gender Health Gap: In alcune regioni del mondo, le donne possono affrontare disuguaglianze nell’accesso alle cure mediche, nelle risorse sanitarie e nella prevenzione di alcune malattie. Inoltre, questioni specifiche legate alla salute delle donne, come la salute riproduttiva, possono essere soggette a gender gap.
  4. Gender Representation Gap: Si riferisce alla sotto-rappresentanza delle donne in ruoli di leadership, in politica e in altri settori. Le donne possono incontrare ostacoli nel raggiungere posizioni di potere e di responsabilità a causa di stereotipi di genere e discriminazioni.
  5. Gender Violence Gap: Le donne sono vittime della violenza di genere. Questo include violenze domestiche, molestie sessuali, violenze sul luogo di lavoro e altre forme di violenza basate sul genere.

Affrontare il gender gap  richiede sforzi congiunti a livello sociale, politico ed economico per promuovere l’uguaglianza di opportunità, combattere gli stereotipi di genere e creare ambienti inclusivi che riconoscano e valorizzino le contribuzioni delle donne.

Per non parlare delle musiciste

No, non è una questione di merito o di talento. Ma come sempre una questione culturale. Nella musica in generale, ma ancora di più tra i musicisti. È più facile immaginare una cantante donna, seppur – dati alla mano – non che siano poi così tante e non che siano di certo prese in considerazione quanto gli uomini (pensate appunto a Sanremo), ma è ancora più complesso pensare ad una musicista donna. E così anche per tantissimi ruoli all’interno dell’industria musicale: quante foniche donne avete mai visto? Pochi esemplari, se non nessuno.

È proprio vero che Sanremo è una fotografia del nostro Paese. Una fotografia che, tuttavia, non ci piace affatto.

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