INTERVISTE POP: Sara Tommasi, la vita dopo il baratro

Sara Tommasi si racconta a DonnaPOP: dopo anni di difficoltà, la showgirl ha deciso di parlare della sua malattia e della lenta rinascita.

Un successo folgorante, una serie di programmi televisivi di successo, un reality, poi addirittura il cinema e un calendario sexy. Sara Tommasi sembrava inarrestabile. E poi il baratro, il grande dolore, le critiche della gente, gli insulti, la fuga dai riflettori. Oggi, Sara sta lentamente risalendo la china, ma gli ultimi anni non sono stati affatto semplici: soffre di disturbi bipolari, che l’hanno portata a fare scelte sbagliate e ad affidarsi a persone che hanno approfittato di lei e della sua fragilità. Ecco cosa ci siamo raccontati durante il nostro incontro.

Le parole di Sara Tommasi

 

Sara, vorrei iniziare chiedendoti come stai oggi.

Adesso sto abbastanza bene. Ho vissuto un periodo difficile, lo è tutt’ora, a dire il vero. Ho avuto un grave problema psicologico, ho affrontato delle lunghe terapie e continuo ad affrontarle ancora oggi. Sto cercando di andare avanti con l’aiuto dei medici e delle persone che mi vogliono bene, come Debora (Cattoni, amica e manager di Sara, ndr). Quando l’ho conosciuta, ero fuori dai giri, il mio telefono non squillava più, probabilmente tutti sapevano quello che mi era successo e mi tenevano a distanza. Grazie a lei, sto lentamente cercando di muovere qualche passo in questo mondo. Piano piano, dosando bene le energie.

Non dev’essere stato semplice, per te, tornare a fidarti di qualcuno.

No, per niente, nel mio percorso ho incontrato tante persone che si sono approfittate di me. All’inizio della mia carriera andava tutto bene, nonostante avessi appena vent’anni, avevo al mio fianco i collaboratori giusti. Le cose sono cambiate qualche tempo dopo, verso i ventisei o ventisette anni. Alcuni di loro mi hanno fatto del male, da lì è iniziato il mio calvario, che mi ha portato a stare lontana dai riflettori per quasi otto anni. Debora mi ha aiutato ad avere fiducia in me e nel futuro.

Mi viene spontaneo chiederti se tu non abbia paura di tornare in un mondo, quello televisivo, che tanto ti ha dato e tanto ti ha tolto.

Sì, ne ho molta. E vivo costantemente con l’ansia che possa capitare di nuovo. Ho sofferto tanto, anche fisicamente, ero irriconoscibile. Però, è altrettanto vero che non ha senso vivere in una campana di vetro, evitare di rischiare per paura. Sono ancora traumatizzata per quello che ho vissuto, se ci ripenso, non mi riconosco. Senza considerare che mi capita di dover sopportare le battute di qualche cretino, è facile ironizzare sul mio passato, prendermi in giro, ma io non ero in me.

Oltre il danno, la beffa.

Se fossi stata un uomo, sarebbe stato più semplice. È facile che una donna diventi oggetto di bersaglio. Non ti nascondo che l’ironia della gente mi fa soffrire.

Recentemente sei tornata in tv, ospite di Barbara D’Urso, su Canale 5. Non voglio commentare quello che hai detto, ma chiederti se c’è qualcosa che avresti voluto dire e non hai potuto.

Nell’intervista, Barbara si è focalizzata molto sul mio passato, com’era prevedibile. Ho raccontato gli anni più bui della mia vita, la mia malattia, la droga, i video che mi hanno costretto a girare. Invece avrei voluto parlare soprattutto della mia rinascita, dell’amicizia con Debora, dei miei nuovi impegni lavorativi, come ad esempio la collaborazione per il format In memory of Ferruccio Lamborghini, si tratta di un marchio prestigioso e di una occasione importante per me. Se avessi avuto modo, ne avrei parlato, anche per far capire alla gente che sto meglio, che ho ripreso in mano la mia vita, che non voglio suscitare la pietà di nessuno. Non voglio creare apprensione, voglio raccontare chi sono oggi. Barbara si è focalizzata soprattutto sul mio passato, ma so come vanno queste cose, fa parte del gioco. Quando ti chiamano per un’intervista, sai a cosa vai incontro. Non colpevolizzo nessuno, anzi.

Chi è Sara Tommasi oggi?

Sono una donna più consapevole. Quello che mi è successo mi ha insegnato a non rincorrere affannosamente tutto quello che mi capita a tiro, bisogna fare una cernita, non accettare tutto da tutti. La fretta di fare qualcosa non porta mai a buoni risultati.

In passato hai accettato qualcosa di cui ti sei pentita?

Sì, in molti casi sono stata leggera. Avrei dovuto fare attenzione, ho sbagliato.

Professionalmente parlando, cosa non accetteresti più?

Pose sexy o calendari. Recentemente mi hanno proposto di posare nuda per un calendario, ma ho rifiutato. Non ho più voglia di mostrarmi in vesti succinte, certe cose appartengono al mio passato, sono stanca di quell’immagine di me.

Un reality lo rifaresti?

Ci ho pensato, non lo nego. Ma, per un vero e proprio rilancio, spero in qualcosa di diverso. Non ti nascondo che mi piacerebbe tornare al cinema, in passato ho recitato in Ultimi della classe, ad esempio. Mi piacerebbe tornare in una veste diversa, vorrei potermi esprimere, raccontare di me, ma anche affrontare altri temi. Non mi va più di fare parte di trasmissioni trash e, soprattutto, non ho intenzione di mostrarmi in bikini. Anche perché oggi ho trentotto anni, credo che la gente mi abbia già vista abbastanza in pose sexy, si sarà anche stufata! (ride, ndr)

Se potessi rivolgerti a tutte le giovani donne che si affacciano per la prima volta nel mondo dello spettacolo, cosa diresti loro?

Di fare attenzione, di non fidarsi delle promesse di chiunque, di non andare da sole a casa di nessuno. Gli incontri di lavoro si fanno in ufficio, non altrove. E di giorno, soprattutto. Meglio evitare di mettersi in situazioni equivoche. È facile approfittarsi di una ragazza di vent’anni. Io faccio mea culpa, ammetto che in alcune circostanze sono stata leggera, non ho dato peso alle raccomandazioni di chi poteva saperne più di me.

Mi viene in mente il movimento #metoo, che sottolinea l’importanza di denunciare i propri molestatori, specie quando si tratta di datori di lavoro.

Denunciare è importante, ma ancor di più lo è non incorrere in certe situazioni. Non bisogna fidarsi del primo che capita e, soprattutto, quando ci si rende conto che ha un doppio fine, bisogna darsela a gambe levate. Io ho sbagliato, ero ingenua, pensavo che a me non sarebbe capitato. A vent’anni ti senti invincibile. Oggi la mia immagine è compromessa, è facile pensare «tanto la Tommasi ci sta», con i miei avvocati stiamo facendo di tutto per togliere dal web i video che mi riguardano. Io, i miei errori, li ho pagati tutti e con gli interessi. Oltretutto io non stavo bene, non ero in me, non pensate che io sia quella che avete visto in quei video.

Come convivi con la tua malattia?

Alterno momenti di serenità ad altri in cui non mi sento bene, sono spaesata, confusa. Hai presente quando prendi una sbronza e non sei lucido? Gli altri sanno esattamente cosa sia successo, ma tu sei in un’altra dimensione, non sei in te. È così che mi sento, per questo non posso mai smettere di prendermi cura di me.

Con quali pregiudizi stai facendo i conti oggi?

La gente crede che io abbia marciato suoi miei problemi, che fosse solo un modo per far parlare di me, per fare carriera. Ma i video testimoniano il mio stato di salute fisico e mentale. Ecco, mi dispiace constatare che qualcuno non mi creda. E mi dispiace per come sono andate le cose, avevo avuto delle occasioni importanti, stavo facendo il mio percorso, ero felice. Ma non importa, quello che conta, adesso, è che io stia meglio. Mi sembra un miracolo che sia riuscita a scampare quel pericolo, che sia riuscita a venirne fuori. Oggi vivo a Terni, faccio una vita monacale (sorride, ndr), evito di andare in giro di sera, non frequento locali, conduco una vita tranquilla.

Parliamo del tuo presente e delle fake news che circolano sul tuo conto. Ad esempio, negli ultimi tempi, i giornali hanno scritto che lavori in un panificio. La notizia, però, è falsa.

Si tratta di un panificio di famiglia, che è stato affidato a due persone. Io non c’entro nulla.

Un’altra fake news riguarda la tua presunta relazione con Debora Cattoni, la tua manager.

Smentisco anche questo, abbiamo un rapporto straordinario, ma la nostra è soltanto una bella amicizia, una bella complicità, niente di più.

Guardiamo in avanti: come ti vedi in futuro?

Spero bene! (ride, ndr) Voglio solo stare bene, mi sembra già tanto essere qui, raccontare la mia storia e poter dire «Ce l’ho fatta».

Concludiamo così: il nostro magazine si chiama DonnaPOP e, per noi, il termine POP rappresenta qualcosa di bello, entusiasmante, accattivante. Cos’è per te POP in questo momento della tua vita?

Mi viene in mente l’oceano. Sogno un viaggio alle Maldive, spero di poter staccare da tutto e godermi il mare. 

 

La foto in copertina è uno scatto di Elvira Kasimova.

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