Fedez, la sua intervista dimostra che i soldi non fanno la serenità

Fedez, la sua intervista integrale al Corriere Della Sera pone l'accento sulla salute mentale che non si compra ma si conquista con la cura

Sì lo sappiamo, il detto ”i soldi non fanno la felicità” è spesso oggetto di severe considerazioni e altrettante ovvietà: i soldi aiutano, ti mettono nella condizione di acquisire più possibilità, compensano nel momento del bisogno, ti permettono di velocizzare certi tempi di attesa. Ma la felicità è una modalità di vita più che una conquista o una meta da raggiungere.

Ancor di più lo è la serenità. E per serenità intendiamo quel momento esatto in cui gli scheletri che abitano i nostri armadi e i mostri che vivono sotto i nostri letti danno forfait e traslocano altrove, diventando eco delle nostre esperienze e ricordi a cui fare riferimento solo per ricordarci da dove arriviamo e che ce l’abbiamo fatta.

Fedez non ha certo problemi di soldi e la fortuna ha sorriso spesso alla sua voglia di rivalsa. Per riuscirci, lui ci ha messo chiaramente tutto il suo impegno, il suo talento e tutte le sue riserve di energie. Oggi è un artista con tanti obiettivi raggiunti, ha due figli sani che gli riempiono la vita e una moglie tendenzialmente risolta. Eppure i suoi mostri ancora non hanno fatto le valigie.

La salute mentale non si compra, si conquista

Nella sua intervistaIl Corriere della sera, concessa subito dopo le dimissioni dall’ospedale, in cui è stato ricoverato a causa di due ulcere che gli hanno provocato un’emorragia interna, Fedez ha deciso di trattare il tema della salute mentale. Ponendo l’accento sulle sue condizioni psicosomatiche e sulle conseguenze causate al suo corpo dallo stress, Fedez ha messo in luce quel che per molti è ancora fantascienza o argomento di chiacchiera senza troppe fondamenta.

«È possibile che là dove ci sono le cuciture effettuate durante quell’intervento si siano formate delle ulcere, ma in verità ho avuto altri problemi di salute quest’estate, tanto da aver perso molti chili in questi ultimi mesi. Sostanzialmente molte malattie o disturbi di origine psicosomatica. Prima il fuoco di Sant’Antonio, poi forti gastriti da stress. Insomma, un generale stato di salute molto debilitato dallo stress».

Qualcuno sostiene che di stress non si muore, ma l’esperienza di Fedez, come di tanti altri, ci dimostra che di stress ci si ammala. E esistono metodi diretti per curare le malattie, ma solo una strada per guarire dalla propria mente: accettare la verità e fare i conti con se stessi. E non esiste alternativa al percorso psicologico: quando scopri di avere un tumore vai dall’oncologo, quando scopri di avere un problema mentale serve lo psicoterapeuta. La salute mentale va trattata esattamente come quella fisica. E non solo se vengono scomodate diagnosi comunemente ritenute preoccupanti (vedi la schizofrenia, il bipolarismo o qualsiasi altra condizione ritenuta notoriamente grave) ma anche quando a palesarsi sono malattie come la depressione, gli stati d’ansia, gli attacchi di panico, i disturbi da stress. 

Nessuno è immune

Come dicevamo all’inizio di questo articolo e come ha ribadito Fedez nella sua intervista, nessuno è immune. La salute mentale non fa distinzione di classe, genere o portafogli. Non fa sconti e non prevede scorciatoie.

«Lo stress è una condizione non legata alla propria classe sociale o al denaro. Il fatto di essere ricchi non ci rende immuni da paure o stress emotivi». 

L’esempio di Fedez, che ha deciso di parlare apertamente del suo stato di salute mentale, deve farci aprire gli occhi sull’importanza di riconoscere i disturbi della mente pari a quelli fisici. Non è la storia di un privilegiato che ricama problemi che non ha, questa è la storia di un uomo giovane di 33 anni, che potrebbe essere chiunque altro, che ha lottato con un tumore e che oggi non ha paura di ammettere che sta male e che si sta curando. 

«Nel mio caso aver avuto una diagnosi di tumore al pancreas a 33 anni è la ragione preponderante. Le malattie sono come la livella di Totò: non guardano in faccia a nessuno e portano con sé ricadute anche sulla salute mentale che possono essere davvero importanti. (…) Ho avuto una depressione acuta, sfociata in attacco ipomaniacale (…) oggi sono seguito da uno psichiatra e da uno psicoterapeuta».

L’importanza della terapia e la necessità di un aiuto da parte dello Staro

Il discorso di Fedez arriva in un momento storico importante per il dibattito sulla salute mentale, la sua cura e la sua prevenzione. Andare dallo psicologo o dallo psicoterapeuta continua ad essere, in molti contesti, un taboo e l’accessibilità al percorso terapeutico continua ad essere un privilegio di pochi.

Da una parte ci sono gli ovvi motivi economici e proprio per questo motivo lo Stato dovrebbe essere capace di garantire ai suoi cittadini la possibilità di accedere alla terapia. Il famoso bonus psicologo non era abbastanza strutturato: la scarsità dei fondi messi a disposizione, le tempistiche troppo lunghe e la poca chiarezza delle informazioni fornite dall’INPS ne hanno evidentemente limitato il potenziale. Ma è una strada da continuare a battere e rivendicare.

Dall’altra parte c’è, come dicevamo, una sbagliata percezione del percorso terapeutico. Andare dallo psicologo continua ad essere una cosa da ”malati” o per casi limite. Ma dobbiamo imparare a ricostruirne il significato e l’importanza. Quando si rompe un osso, nessuno fa obiezioni o considerazioni sulla possibilità o meno di andare da un ortopedico. Si fa e basta. Perché non dovrebbe essere la stessa cosa quando ci sentiamo rotti dall’interno dalle nostre dinamiche psicologiche e dalle storie di vita che l’hanno rese tali? Vivremo in un mondo migliore quando succederà. Se riusciremo a farlo succedere.

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