Cara Nunzia De Girolamo ti scrivo, così ti vergogni un po’…

Nunzia De Girolamo, durante la trasmissione Avanti Popolo, ha minimizzato la gravità delle molestie di Giambruno verso alcune colleghe.

I fatti, ormai, sono ben noti: durante la trasmissione Avanti Popolo, condotta da Nunzia De Girolamo, l’opinionista Patrizia Scerbo ha fatto notare che, nella vicenda di Giambruno, le vere vittime sono le donne molestate dal giornalista dietro le quinte della trasmissione Diario del giorno.

De Girolamo è intervenuta immediatamente con queste parole: «Non mi pare ci sia stata una donna, una giornalista che abbia detto “Sono stata molestata”. Si tratta di un fuorionda di gioco. Ha sbagliato, ma parlare di molestie mi pare eccessivo».

Oltre alla totale mancanza di conoscenza sul tema delle molestie sessuali e verbali, le parole di De Girolamo presentano un’aggravante: l’attenzione viene rivolta alla vittima che non denuncia e che, di conseguenza, non è una vittima. Questo è un fatto molto grave, perché significa che, se non c’è la denuncia, automaticamente non c’è nemmeno la colpa dell’abusante, sia esso colpevole di una molestia, di una violenza fisica o di catcalling.

Purtroppo, e lo sappiamo bene, la vittima molto spesso non denuncia, ma non perché non abbia subito un abuso, bensì perché ha paura, prova vergogna, teme di non essere creduta e, non di rado, perché non è consapevole di essere vittima di una qualsivoglia forma di violenza.

Le parole di De Girolamo, infatti, rivelano innanzitutto questo: inconsapevolezza. L’inconsapevolezza di cosa sia una molestia può portare la vittima stessa a non riconoscerla e, peggio ancora, a giustificare il molestatore. Frasi a sfondo sessuale, domande inopportune o invadenti sulla vita privata, commenti sull’aspetto fisico, ricatti sessuali e molestie fisiche (come palpeggiamenti, baci e abbracci non voluti) sono molestie sessuali e non c’è niente di divertente o goliardico in tutto questo.

Siamo alle solite: se una donna denuncia una molestia, c’è chi è pronto a ridimensionare la gravità del fatto perché «è solo una battuta», «non si può dire più niente», «le donne sono troppo suscettibili, ormai è tutto una molestia»; se – invece – non denuncia, il molestatore è assolto perché – appunto – non ha denunciato (anche se ci sono dei video, come in questo caso).

Insomma, alla fine, la colpa o – alla meglio – la corresponsabilità di un abuso è sempre della donna. Purtroppo. non basta combattere gli uomini abusanti, ma anche chi difende una certa cultura: in un’intera società da rieducare, ci sono donne maschiliste pronte a combattere altre donne in nome di una cultura misogina e patriarcale di cui sono vittime.

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