Cara Mediaset, ma chi vuoi prendere in giro? Giambruno non è stato punito, ma salvato (da se stesso)

Mediaset ha finto di punire Giambruno dopo le molestie alle colleghe di "Diario del giorno", ma la verità è ben diversa.

La notizia diffusa nelle ultime ore è la seguente: Andrea Giambruno, in seguito ai fuorionda trasmessi da Striscia la Notizia, ha concordato con Mediaset di lasciare la conduzione del programma Diario del giorno.

La vera notizia, però, è un’altra: Giambruno ha lasciato la conduzione del programma di Rete 4, è vero, ma continuerà a curarne il coordinamento redazionale. Va da sé, dunque, che non vi è stato alcun procedimento disciplinare nei suoi confronti.

In altre parole, le molestie del giornalista nei confronti delle colleghe di lavoro non sono state in alcun modo punite. Anzi, la scelta di allontanarlo dal video, specie dopo le esternazioni degli ultimi mesi (su tutte, quelle sul caso dello stupro di Palermo e sui lupi che «eviti se non ti ubriachi») è un modo per tutelarlo, per preservare la sua (già ampiamente compromessa) reputazione, per proteggerlo da sé e dalla sua arroganza.

Mediaset finge di punire Andrea Giambruno, ma la verità è diversa

Insomma, questa è l’ennesima prova del fatto che il tema delle molestie (in questo caso sul lavoro) sia sottovalutato e marginalizzato. Spesso, tuttavia, è persino non riconosciuto. Sono molti e molte coloro che sostengono che le parole di Giambruno siano divertenti, goliardiche, innocue. E c’è addirittura chi le giustifica chiedendo «A chi non è mai capitato?».

Ecco, è proprio questo il punto: è capitato, capita, capiterà ancora. Finché le molestie sessuali sul lavoro verranno definite battute, i danni che provocano verranno minimizzati e i colpevoli saranno giustificati, non smetteranno mai di capitare. Esisteranno lupi e vittime che subiranno perché non sanno di essere vittime, che sopporteranno in silenzio o cambieranno lavoro. Insomma, esisteranno lupi non riconosciuti (e spesso non riconoscibili) e vittime private della dignità che una vittima merita.

Le molestie non sono battute divertenti

Frasi a sfondo sessuale, domande inopportune o invadenti sulla vita privata, commenti sull’aspetto fisico, ricatti sessuali e molestie fisiche (come palpeggiamenti, baci e abbracci non voluti) sono molestie sessuali e non c’è niente di divertente o goliardico in tutto questo.

Se è il capo a fare domande insistenti a sfondo sessuale, a parlare di sesso di gruppo e a chiedere se può toccarsi il “pacco”, facendolo ancor prima di ricevere il consenso dagli altri (consenso, ovviamente, mai arrivato), il problema si fa ancora più serio e pericoloso, perché è difficile che una collega o sottoposta si metta contro di lui.

Ecco, quello che è successo a Mediaset fa riflettere: se non vengono punite nemmeno le molestie sessuali testimoniate da video mandati in onda in diretta tv, chissà quante lavoratrici, ogni giorno, subiscono senza potersi ribellare e senza sapere, soprattutto, di poterlo fare.

L’attenzione verso fatti irrilevanti, come la separazione di Meloni e Giambruno, e il fatto che i suoi comportamenti siano stati minimizzati, se non addirittura giustificati, ci impedisce, ancora una volta, di notare quanto l’Italia sia un Paese maschilista e misogino. E quanto lo sia, soprattutto, il mondo del lavoro. Chissà quante vittime non sanno di essere vittime e giustificano chi le umilia dicendo «È fatto così», «Gli piace scherzare», «Non fa niente».

Tutto questo dovrebbe farci comprendere quanto siamo lontani dalla parità di genere di cui tanto parliamo, ma di cui – purtroppo – troppo poco sappiamo.

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