Massacro del Circeo, chi era Donatella Colasanti? Tutta la storia: era sposata? Aveva figli?

Vittima della violenza efferata del Massacro del Circeo, Donatella Colasanti ha dedicato la sua vita alla lotta per la giustizia!

Donatella Colasanti, sopravvissuta al massacro del Circeo, ha raccontato la sua drammatica storia. Scopriamo tutto sulla sua brutale vicenda che, a metà degli anni Settanta, ha fatto sprofondare nell’orrore l’Italia tutta!

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Quando Donatella Colasanti aveva appena diciassette anni, è stata la protagonista di una orribile storia da cui è uscita viva grazie al suo coraggio. Un ragazzo conosciuto pochi giorni prima, la invitò alla sua villa al Circeo, insieme alla sua amica Rosaria Lopez. Sul luogo tremendo c’erano altri due giovani. Entrambe le ragazze, ininterrottamente per tre giorni, dal 29 ottobre al 1 novembre 1975, subirono ogni forma di violenza proprio da tre ragazzi della Roma bene.

Rosaria Lopez morì, mentre Donatella Colasanti venne trovata moribonda nel bagagliaio di una macchina, vicino al corpo esanime della sua amica. Salva ma testimone di uno dei massacri più efferati e irragionevoli che l’Italia abbia mai visto, porterà per sempre tatuata sulla sue pelle la bestialità inumana di cui è stata vittima. Di seguito raccontiamo tutta la sua storia dell’orrore.

Tutta la storia di Donatella Colasanti

Donatella Colasanti era nata a Roma nel 1958. Ragazza di origini operaie, vivace e piena di vita, il 29 settembre 1975, incontrò per caso Rosaria Lopez, una sua coetanea, e insieme decisero di andare al mare insieme. Le due ragazze furono avvicinate da Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira, tre giovani romani di buona famiglia che le invitarono a trascorrere la giornata con loro. Rosaria e Donatella accettarono, convinte di trascorrere momenti di svago.

Guido, Izzo e Ghira le accompagnarono in una villa di proprietà della famiglia di Ghira, a San Felice Circeo. Qui, le ragazze furono subito aggredite e picchiate. I tre ragazzi iniziarono a torturarle, infliggendole ferite fisiche e psicologiche. Rosaria Lopez fu sottoposta a torture particolarmente brutali. I tre ragazzi la picchiarono, la violentarono ripetutamente, la bruciarono con sigarette e fiammiferi. La ragazza morì durante le torture, il 30 settembre 1975.

Donatella Colasanti riuscì a sopravvivere, fingendosi morta. Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira caricarono entrambe nel bagagliaio della loro auto, una Fiat 127 bianca, per riportarle a Roma. Qui, le abbandonarono in una strada deserta di viale Pola, nel quartiere romano Trieste.

Che fine hanno fatto i tre ragazzi della Roma bene?

Donatella Colasanti si recò alla polizia e denunciò i tre ragazzi. Izzo e Guido furono arrestati pochi giorni dopo. Ghira riuscì a fuggire all’estero e fu arrestato soltanto quasi vent’anni dopo, nel 1996.

Le indagini sul massacro del Circeo furono affidate ai Carabinieri, che grazie alle deposizioni di Donatella Colasanti ricostruirono la dinamica del crimine. Donatella Colasanti si costituì parte civile contro i suoi carnefici e fu rappresentata dall’avvocato Tina Lagostena Bassi. Diverse associazioni femministe si costituirono parte civile e presenziarono al processo. In primo grado, Izzo e Guido furono condannati all’ergastolo senza alcuna attenuante. Ghira, che era fuggito in Spagna, fu condannato in contumacia.

Ghira morì di overdose nel 1994 a Melilla, in Spagna. Il suo cadavere fu riesumato nel 2005 e identificato mediante esame del DNA. In appello, la sentenza fu modificata per Guido, che fu condannato a 30 anni di reclusione. Guido riuscì a evadere dal carcere nel 1981 e fu catturato due anni dopo a Buenos Aires. In seguito, riuscì a evadere di nuovo e a raggiungere il Libano. Fu catturato a Panama nel 1994 ed estradato in Italia.

Izzo riuscì a evadere dal carcere nel 1993 e fu catturato a Parigi nel 1993. Izzo e Guido furono scarcerati nel 2004, dopo aver scontato 28 anni di carcere.

Era sposata e aveva figli?

Colasanti non si è mai sposata e non ha avuto figli. Ha vissuto a Roma, dove ha lavorato come assistente sociale.

La vita dopo il massacro

Donatella Colasanti ha dedicato la sua vita a raccontare la storia di Rosaria Lopez e a promuovere la lotta contro la violenza sulle donne. Ha scritto un libro sulla sua esperienza, intitolato Io, Donatella Colasanti, sopravvissuta al massacro del Circeo. Ha anche fondato l’associazione La Rosa Bianca, che si occupa di aiutare le vittime di violenza.

Malattia di Donatella Colasanti

Purtroppo la vita di Donatella Colasanti, già duramente sconvolta per la violenza subita, è stata molto breve. Alla donna sopravvissuta al massacro del Circeo, infatti, è stato diagnosticato un tumore al seno, per cui si è sottoposta a un intervento chirurgico e a un ciclo di chemioterapia.

Com’è morta?

Donatella morì a Roma, il 30 dicembre 2005, all’età di 47 anni, per il cancro al seno, ancora duramente sconvolta per la violenza subita trenta anni prima. Avrebbe voluto assistere al nuovo processo contro Izzo. La sua morte è stata un lutto per tutti coloro che la conoscevano e che avevano apprezzato il suo impegno nella lotta contro la violenza sulle donne.

A lei e alla sua memoria di combattente per la giustizia, è stato dedicato un parco, in un quartiere di Roma.

Ultima intervista sul massacro del Circeo

In una delle sue interviste televisive, rilasciate a Enzo Biagi, Donatella Colasanti ha confessato la sua atroce vicenda. Il famoso giornalista, con la professionalità che l’ha sempre contraddistinto, nel presentarla, l’ha invitata a raccontare quello che sentiva: “Signorina Colasanti, se non le costa troppo, vuol dire lei cosa è accaduto?”.

Quello che la sopravvissuta al massacro del Circeo ha lasciato trasparire è stata la strumentalizzazione della vicenda, con una falsa solidarietà da parte degli uomini. Soltanto il popolo delle donne le è stato vicino, mentre la cosiddetta Roma bene si è stretta in un silenzio assordante, diretto ai suoi aguzzini e alle loro famiglie. Addirittura la difesa delle due ragazze ha sostenuto che i carnefici sono stati provocati dalle ragazze, nel commettere lo stupro. “Quello che è accaduto era una violenza premeditata. Se loro hanno fatto violenza su di noi che siamo donne, quello va oltre lo stupro”.

La curiosità morbosa della gente e la rappresentazione della società di quegli anni, l’odio neo fascista verso le donne, considerate non come persone ma pezzi di carne, proprio come ha dichiarato anni dopo Izzo nel corso di un processo, sono stati dati di fatto che hanno fatto soffrire moltissimo Donatella che, durante quegli orribili tre giorni, si è resa conto di quello che accadeva, pur non comprendendo fino in fondo che la sua amica Rosaria Lopez era morta.

Donatella Colasanti ha parlato sempre del suo dolore per la morte di Rosaria Lopez e del suo impegno nella lotta contro la violenza sulle donne: Non dimenticherò mai Rosaria. È stata una ragazza bellissima e piena di vita. È una tragedia che sia morta così giovane”.

Le sue ultime parole

Quello che l’ha fatta soffrire maggiormente è stata la strumentalizzazione di guardare soltanto la sopravvissuta e non tutto l’orrore che c’era dietro. Ha lanciato accuse contro alle lungaggini processuali e verso gli uomini che non sono intervenuti durante il processo. “Dopo il massacro, ho deciso di dedicare la mia vita a raccontare la sua storia e a promuovere la lotta contro la violenza sulle donne. Voglio che la sua morte non sia stata vana. Voglio che le donne sappiano che non sono sole e che possono trovare aiuto”.

Le parole di Donatella Colasanti sono un monito per tutti. La violenza sulle donne è un crimine odioso che deve essere combattuto con tutte le forze.

Alla domanda di Enzo Biagi su cosa pensasse dell’amore, la risposta di Donatella è stata: “L’amore secondo me è forza!“.

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