Elena Cecchettin cosa fa nella vita? Conosciamo la sorella di Giulia e la sua battaglia contro la violenza sulle donne

Cosa sappiamo su Elena Cecchettin? La sorella di Giulia combatte con forza la violenza sulle donne: cosa c'è da sapere

Cosa fa Elena Cecchettin nella vita? La ragazza oggi è suo malgrado un volto televisivo per via della morte di sua sorella Giulia, uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta l’11 novembre 2023. 

Negli ultimi giorni Elena è stata spesso al centro del dibattito sul piccolo schermo: dapprima – insieme a suo padre – si è occupata di fornire informazioni precise circa Giulia Cecchettin, dal momento della scomparsa fino a quello della latitanza forzata a causa del rapimento di Filippo Turetta.

Successivamente, dopo la notizia ufficiale del ritrovamento del cadavere di Giulia, Elena Cecchettin non ha mai smesso di mostrarsi agguerrita manifestando contro un tema che le sta particolarmente a cuore: la violenza sulle donne. Il suo profilo Instagram in pochi giorni è arrivato a un numero di seguaci oltre i 129mila e siamo certi che sia destinato a crescere.

Negli ultimi giorni Elena si è anche schierata contro le parole di Matteo Salvini che – dopo l’arresto di Turetta – ha scritto sui social una frase molto contestata. Immediatamente dopo la notizia, infatti, il noto volto della Lega ha tuonato così: “SE colpevole, carcere a vita”. Il “se” all’inizio della frase ha creato un’immensa polemica via web e non solo.

Cosa fa nella vita Elena Cecchettin?

La scomparsa di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta si è conclusa, purtroppo, nel peggiore dei modi. Molti, dalla notizia di sparizione, avevano ipotizzato che l’ex fidanzato – che non aveva mai accettato la fine della relazione – potesse aver fatto male alla 22enne volutamente. I brutti pensieri hanno poi lasciato spazio alla realtà: Giulia è morta per mano di Filippo. Sua sorella Elena, più grande di qualche anno, ha sempre dichiarato di non esser contenta della storia d’amore fra i due ragazzi.

A quanto pare Filippo Turetta era possessivo e poco sicuro di sé, oltre a questo, poi, privava Giulia della possibilità di vedere i suoi amici e le sue amiche e – a volte – anche di passare il tempo con i suoi familiari. Dal momento della morte della ragazza, sua sorella Elena Cecchettin si è mostrata lucida e forte di fronte alle telecamere, incolpando sì l’ex fidanzato della 22enne, ma anche la società che lo ha cresciuto facendolo sentire protetto nella sua criminalità.

Il discorso in diretta a Dritto e Rovescio

Elena Cecchettin combatte con forza la violenza sulle donne, tema caldissimo al giorno d’oggi su cui molte personalità note si pronunciano da ormai anni. In diretta a Dritto e Rovescio, il programma di Paolo Del Debbio, la sorella di Giulia ha tuonato in questo modo: “Quelli come Turetta non sono mostri, sono figli del patriarcato ”. Di seguito il video integrale:

Elena Cecchettin ha 24 anni e nonostante l’immenso dolore per la perdita di sua sorella ha comunque la forza per battersi contro il tema che le sta più a cuore: la violenza sulle donne. Al Corriere della Sera, lo scorso 20 novembre 2023, la sorella di Giulia ha scritto:

Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un’eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c’è. I «mostri» non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro. La cultura dello stupro è ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna, a partire dalle cose a cui talvolta non viene nemmeno data importanza ma che di importanza ne hanno eccome, come il controllo, la possessività, il catcalling. Ogni uomo viene privilegiato da questa cultura.
Viene spesso detto «non tutti gli uomini». Tutti gli uomini no, ma sono sempre uomini. Nessun uomo è buono se non fa nulla per smantellare la società che li privilegia tanto. È responsabilità degli uomini in questa società patriarcale dato il loro privilegio e il loro potere, educare e richiamare amici e colleghi non appena sentano il minimo accenno di violenza sessista. Ditelo a quell’amico che controlla la propria ragazza, ditelo a quel collega che fa catcalling alle passanti, rendetevi ostili a comportamenti del genere accettati dalla società, che non sono altro che il preludio del femminicidio.
Il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela, perché non ci protegge. Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere. Serve un’educazione sessuale e affettiva capillare, serve insegnare che l’ amore non è possesso. Bisogna finanziare i centri antiviolenza e bisogna dare la possibilità di chiedere aiuto a chi ne ha bisogno. Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto.

Il confronto con Matteo Salvini

Dopo le parole di Matteo Salvini (che con quel “se” ha quasi dubitato della responsabilità di Turetta nella morte di Giulia), Elena Cecchettin – via social – ha tuonato anche contro il volto della Lega: “Ministro dei trasporti che dubita della colpevolezza di Turetta – ha replicato Elena Cecchettin -. Perché bianco, perché di ‘buona famiglia’. Anche questa è violenza, violenza di stato. Ministro il cui partito (insieme a FdI, che però ha scelto l’astensione) a maggio ha votato contro alla ratifica della convenzione di Instabul”.

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