Alberto Scagni chi è e qual è la sua storia: l’uccisione della sorella, i genitori e le ultime notizie dal carcere

Cosa è successo ad Alberto Scagni? L'uomo che ha ucciso sua sorella Alice è stato picchiato brutalmente in carcere

Alberto Scagni è noto alle pagine di cronaca nera per esser l’assassino di sua sorella Alice. Il ragazzo genovese è stato condannato a 24 anni e 6 mesi per l’omicidio della donna. Nelle ultime ore è stato sequestrato e picchiato brutalmente in carcere. Cosa è successo?

L’uccisione di Alice risale al primo maggio del 2022, a Genova. Dall’emissione della sua condanna, Alberto ha varcato la soglia del Carcere di Marassi, ma oggi si trova a Valle Armea. Il 43enne è stato giudicato semi infermo di mente, avallando le teorie dei suoi avvocati Alberto Caselli Lapeschi e Mirko Bettoli.

Alberto Scagni ha ucciso sua sorella Alice

Alberto Scagni ha ucciso sua sorella Alice dopo averla aspettata per ore sotto casa; da mesi l’uomo non faceva altro che litigare con i suoi familiari poiché chiedeva loro continuamente dei soldi che i suoi genitori non potevano più permettersi di dargli. In poche settimane aveva speso il fondo pensione di ben 15mila euro che gli era stato accantonato proprio dai suoi parenti prossimi.

Da lì aveva iniziato a tampinare sua nonna e i vicini di casa. Alberto era in cura presso un centro di igiene mentale e dopo l’omicidio di sua sorella Alice, i suoi genitori hannod eciso di denunciare la dottoressa che lo aveva sotto la sua custodia medica. Oltre alla donna, poi, a esser denunciati sono stati anche gli agenti della centrale operativa.

Il primo maggio, giorno dell’assassinio di Alice Scagni, avevano infatti ricevuto diverse telefonate dal padre di lei e di Alberto, ma non mandarono alcuna volante sotto casa della donna. La Procura, tuttavia, ha chiesto l’archiviazione di questo fascicolo, ma tramite l’avvocato Fabio Anselmo i genitori si sono opposti, chiedendo di fissare un’udienza.

L’aggressione in carcere

Alberto Scagni nelle ultime ore è stato massacrato di botte da due detenuti maghrebini nella sua cella nel carcere di Sanremo. Il 43enne genovese si trovava nella sezione dei “detenuti protetti”. Stando a quanto dichiare la polizia penitenziaria, Scagni è stato prima sequestrato e poi picchiato in maniera brutale.

Il suo compagno di cella è stato minacciato e chiuso in bagno. Sembra che l’intenzione dei due aggressori (in carcere per violenza sessuale aggravat) sarebbe stata proprio quella di ucciderlo, ma non è chiaro il motivo. Forse, come dicono alcuni, si tratta di qualche ripicca inerente alle dinamiche del penitenziario.

Pare, inoltre, che i due uomini che hanno aggredito Alberto Scagni fosseo pesantemente ubriachi e che l’alcol bevuto fosse stato ottenuto dalla macerazione della frutta. Con l’utilizzo della forza – ordinato alla Polizia dal Magistrato – il 43enne è stato salvato dai suoi aguzzini, ma la situazione sembra tutto fuorché rosea per lui.

Nel salvataggio, poi, uno dei due agenti sarebbe rimasto ferito. I due maghrebini sono stati intato arrestati nuovamente per tentato omicidio e sequestro di persona. Nel carcere di Genova, il Massari, lo scorso ottobre Alberto Scagni era già stato picchiato dal suo compagno di cella dell’epoca e da lì era stato poi trasportato al Pronto Soccorso Santa Corona di Pietra Ligure.

Le condizioni

Alberto Scagni ha riportato diverse contusioni e ferite da arma da taglio, ma non sarebbe in pericolo di vita. Ora si trova in sala operatoria e i medici hanno iniziato un intervento chirurgico al volto del 43enne. Ecco cosa ha detto Vincenzo Tristaino, segretario regionale Sappe per la Liguria.

Le sue parole: “La situazione interna all’istituto penitenziario, con oltre 290 detenuti presenti, è diventata invivibil. Ieri sera due detenuti marocchini hanno tenuto in ostaggio un altro detenuto, condannato per avere ucciso la sorella a Genova, torturandolo per ore fin quasi ad ucciderlo. Solo un gruppo di agenti, coordinati dal Vicecomandante sul posto, hanno fatto irruzione con caschi protettivi e scudi per fare strada ad altri poliziotti al fine di salvare l’ostaggio e portarlo in ospedale. Sono intervenuti anche, dal carcere di Imperia, il Comandante, il direttore del penitenziario ed il magistrato di turno che erano presenti nelle operazioni nella sezione e sono stati anche oggetto del lancio di una gamba di legno ricavato da un tavolo. Un poliziotto è rimasto ferito, con due costole rotte, conseguenza dell’irruzione nella cella per liberale l’ostaggio che versava in condizioni gravissime”.

Il commento della mamma

Antonella Zarri, mamma di Alberto Scagni, ha dichiarato quanto segue: “Lo Stato ha fatto in modo che Alice morisse e finirà per restituirci un cadavere anche con Alberto. Ci aspettiamo una nuova aggressione a nostro figlio. La temiamo. E sappiamo che questo accontenterà la pancia di molte persone perché ormai in Italia più che la giustizia ci si aspetta la vendetta. Anche se Alberto è ostaggio dello Stato noi abbiamo ancora il coraggio di andare avanti e ribadire la verità: lo Stato ci ha abbandonato nella figura delle istituzioni di salute mentale e delle forze di polizia, secondo noi in modo plateale. È uno schiaffo questo abbandono dello Stato, incomprensibile. E parlo dell’omicidio di Alice. Quante telefonate di minacce di morte registrate, quante richieste di aiuto. E lo Stato non ha fatto in modo che Alice non morisse”.

Di seguito l’ultima telefonata di Alberto con suo padre prima che Scagni uccidesse sua sorella Alice:

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