Willy Branchi, tutta la storia dell’omicidio: chi è e chi sono gli indagati

Cosa è successo a Willy Branchi? Dopo oltre 30 anni ancora non si conosce la verità, ma l'indagine è ancora aperta

La storia di Willy Branchi ha dell’incredibile, purtroppo non in accezione positiva: dopo oltre 30 anni si è tornati a parlarne, ma perché?

La vicenda di Willy Branchi ha inizio il 30 settembre di 35 anni fa, nel 1988. Il ragazzo venne trovato morto in circostanze misteriose nella provincia di Ferrara. A Goro. Il suo cadavere è stato rinvenuto senza vestiti lungo l’argine del Po.

Purtroppo il ritrovamento è stato degno di un film dell’orrore: il cranio di Willy Branchi era devastato dai colpi e il giovane giaceva in una pozza di sangue. Ancora oggi, a 35 anni di distanza, non è chiaro chi lo abbia ucciso.

Una speranza, tuttavia, c’è: secondo alcune nuove indiscrezione si potrebbe arrivare al nome del colpevole. Del caso si sta occupando anche Chi L’ha Visto, storico programma di Rai Tre. Cosa è successo davvero a Willy?

Cosa è successo a Willy Branchi?

Willy Branchi all’anagrafe era Vilfrido Luciano, ma era conosciuto con il suo soprannome. È morto a soli 18 anni il 30 settembre del 1988. Il giovane, come accennato, venne trovato morto e completamente nudo nella provincia di Ferrara. Precisamente a Goro. Affianco al suo corpo c’era solamente il suo portafogli, vuoto.

L’autopsia e il cadavere

L’autopsia sul cadavere di Willy Branchi ha stabilito che il ragazzo è morto dopo esser stato colpito con una pistola da macello, che in gergo viene chiamata “ammazza maiali”. Il colpevole non è mai stato individuato, ma qualche speranza di scoprire chi si sia macchiato di un crimine tanto orribile c’è.

Indagati

All’epoca, a processo per omicidio finì un pluripregiudicato della provincia di Ferrara, Valerio Forzati. Il suo nome era noto alle cronache locali per esser il Lupo di Mesola, ovvero l’omicida di quattro persone che si erano ritrovate al night club Laguna Blu. Nel caso di Willy Branchi, però, l’uomo fu totalmente assolto da ogni accusa a suo carico. Pochi anni dopo, poi, morì in Argentina durante un agguato.

Il caso di Willy venne archiviato, ma 10 anni fa, nel 2014 venne riaperto grazie alle parole di un sacerdote che successivamente fu condannato per calunnia. Ancora oggi, comunque, l’indagine rimane aperta e la Procura di Ferrara potrebbe essere finalmente vicina a una svolta: al momento ci sarebbero 3 indagati e 2 diversi filoni d’inchiesta.

Don Tiziano Bruscagin

Cosa c’entra Don Tiziano Bruscagin nella triste storia di Willy Branchi? L’uomo di chiesa è parroco di Concadalbero e Villa del Bosco e collaboratore dell’Unità Pastorale. Nonostante sia stato anche lui indagato nel caso di cui sopra, oggi risulta assolto in formula piena dopo le condanne di calunnia per l’omicidio del diciottenne.

L’assoluzione è arrivata nel 2022 poiché il fatto non sussiste. Ma chi aveva calunniato il parroco? Quest’ultimo aveva fatto i nomi dei fratelli Alfredo e Francesco Giannella in relazione all’omicidio di Willy Branchi dicendo che erano coinvolti, insieme al loro padre Ido, nell’assassinio del giovane trovato a Goro.

Oggi Don Tiziano Bruscagin ha 84 anni e all’epoca della morte di Willy era parroco a Goro e raccoglieva, dunque, i segreti dei suoi compaesani. Durante le indagini aveva indicato i nomi di cui sopra come possibili responsabili dell’uccisione del diciottenne. Poi, successivamente, aveva deciso di non farne più parola con nessuno, propendendo per il silenzio.

Sotto interrogatorio, poi, il parroco aveva dichiarato di aver ricostruito i fatti basandosi solamente su voci di paese. Per questo motivo era stato accusato di calunnia e non aveva mai fornito spiegazioni circa le sue dichiarazioni: il sacerdote era stato condannato dal Tribunale di Ferrara alla pena di un anno e mezzo di reclusione. Poi, la sentenza in appello aveva ribaltato il giudizio in primo grado.

I suoi avvocati – Milena Catozzi e Marcello Rambaldi – avevano espresso massima soddisfazione per l’assoluzione del loro assistito: «Siamo molto contenti della decisione della Corte d’appello di Bologna, che evidentemente ha ritenuto fondate le nostre critiche alla sentenza del tribunale di Ferrara. Ovviamente attendiamo le motivazioni per poter valutare nel suo complesso il ragionamento della Corte bolognese, sottolineando che lo stesso Procuratore Generale in aula aveva chiesto l’assoluzione, accolta con formula più netta: Il fatto non sussiste».

Le ipotesi

Perché Willy Branchi è morto? L’ipotesi che più convince gli inquirenti è quella che vede dietro il suo decesso una fitta rete di pedofili. Al contempo, però, si esaminano anche le piste di spaccio e rapina. Nel 2015, una lettera anonima fatta recapitare al fratello fa il nome di un 60enne di Oca Marina con precedenti penali.

Il soggetto in questione sarebbe ritenuto tossicodipendente, molto pericoloso e con diverse patologie psichiatriche. È lui che ha avuto un ruolo attivo nell’omicidio di Willy? E perché lo avrebbe ucciso? Procura e Arma indagano anche su questa pista, cercando di trovare un senso – se così si può dire – alla morte del diciottenne di Goro.

Simone Bianchi, legale della famiglia Branchi, raggiunto da Tag24 aveva definito la lettera anonima in questo modo: “l’ultimo tassello per poter meglio illuminare quella notte”.

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