Ricky Martin bacia il marito, insulti «Fallo a casa tua»: perché agli etero non lo dicono mai?

Ricky Martin ha baciato marito in un video e il web si è scatenato. La frase più letta? «Fate quello che volete, ma a casa vostra»: l'analisi

In occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, Ricky Martin ha pubblicato un video in cui bacia suo marito, Jwan Yosef. Il bacio ha assunto un valore ben più rilevante dal momento in cui, proprio ieri, il mondo LGBT ha festeggiato un traguardo importante: sono passati trent’anni da quando, il 17 maggio 1990, l’omosessualità è stata rimossa definitivamente dalla lista delle malattie mentali nella classificazione dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Ricky Martin bacia il marito e il web si scatena

In un video realizzato dal cantante portoricano Residente, in cui si alternano coppie di tutto il mondo, Ricky Martin è apparso insieme al marito, l’artista svedese di origini siriane Jwan Yosef. Di fronte al bacio tra i due, il web si è scatenato, dando prova – ancora una volta – di grettezza e bigottismo. E, soprattutto, dimostrando come – ancora oggi, nel 2020 – si faccia un’enorme fatica a rivedere il concetto di normalità, secondo cui una coppia può essere costituita solo da un uomo e una donna. E le coppie omosessuali? Esistono, sì, ma… a casa loro.

Il commento più letto sul web, infatti, è proprio «Fate quello che volete, ma a casa vostra». Dunque, la maggior parte degli utenti non ha nulla da ridire se due gay vogliono vivere il loro amore, ma purché lo facciano confinati tra le quattro mura di casa. Come se fossero degli appestati, una categoria da isolare, delle persone difettose che azzardano delle pretese. E la pretesa, nel caso non fosse ancora chiaro, è quella di non essere giudicati diversi per i propri gusti sessuali. L’amore, dunque, è una concessione, ma tenendo sempre ben a mente che «non è del tutto normale».

Strano, però, che nessuno si lamenti di un bacio eterosessuale. Spesso, ad esempio, Belen pubblica degli scatti insieme al marito Stefano De Martino, ma nessuno le scrive «Fate quello che volete, ma non c’è bisogno di farlo vedere a tutti». Come mai, dunque, il bacio tra due omosessuali desta ancora tanto scalpore e quello tra due eterosessuali è considerato normale? Cos’è normale? Perché la gente è convinta che la normalità sia un dogma da rispettare e, soprattutto, che di normalità ce ne sia una soltanto?

Combattere l’omofobia è un dovere di tutti

Ieri è stata la giornata mondiale contro l’omofobia. E il fatto che sia ancora necessaria una giornata per combattere questo fenomeno, che altro non è che ignoranza e inciviltà, la dice lunga. La diversità è un punto di vista, è soltanto un’opinione, una delle tante prospettive da cui guardare un evento, una persona o un gruppo di persone. È un’abitudine. La normalità, invece, è ciò a cui siamo abituati, ciò che è più facile comprendere, giustificare o assecondare. La nostra zona di comfort, per intenderci. La diversità è l’esatto opposto. Non comprendere che qualcuno, semplicemente, possa essere diverso da noi, è un limite nostro, non di chi non ci somiglia.

Non è chiaro perché la diversità ci spaventi tanto, a tal punto da volerla annientare. A tal punto da offendere, mortificare, giudicare l’altro. A tal punto da mettergli addosso un’etichetta. Finché ci sarà qualcuno che, vedendo una coppia omosessuale, dirà «A me queste cose non piacciono, è una mia opinione e sono libero di esprimerla», l’omofobia esisterà. L’ignoranza non è un’opinione, «A me piace il giallo» è un’opinione. «I gay mi fanno schifo» è un limite deprimente, opprimente, che non possiamo più permetterci. Su certi argomenti, inoltre, non esistono opinioni, esiste soltanto il rispetto. E non perché una persona sia gay, ma semplicemente perché si tratta un essere umano e, in quanto tale, ha il diritto ad essere rispettato.

Quando avremo imparato questo, smetteremo di chiedere a Ricky Martin di amare «a casa sua».

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