Diletta Leotta diventa scrittrice: furba o solo ipocrita?

Diletta Leotta diventa scrittrice. Sì, avete capito benissimo: la bella conduttrice è pronta a pubblicare una autobiografia.

Diletta Leotta sta per diventare scrittrice, avete capito bene. Ormai, pubblicare un libro sembra essere una tappa inevitabile nella carriera di chiunque, non importa che si tratti di influencer o conduttori, attori, tronisti o youtuber. A chiunque abbia popolarità viene proposto di pubblicare un libro e stavolta è toccato alla Leotta, prorompente conduttrice siciliana che sa conquistare tutti con la sua bellezza abbagliante e la sua conduzione sempre impeccabile, priva di sbavature. E di empatia, diciamolo.

Leggi anche: Garko, De Lellis, Tina: tutti i vip diventano improvvisamente scrittori!

Diletta Leotta si improvvisa scrittrice: no, non era il caso

Scegli di sorridere, così si intitola il primo libro di Diletta Leotta. Ma cosa ci racconterà Diletta al suo esordio letterario? Ecco la risposta:

Ci ho riflettuto nei mesi del lockdown, quando ho avuto il tempo per guardarmi dentro. E ho tenuto questo ‘diario’, scrivendo ciò che ho provato nei momenti più difficili della mia vita. Nel 2016 mi è stato hackerato il telefonino e alcune mie foto sono finite in rete. A luglio del 2019 poi sono stata ricattata via sms nel cuore della notte. Il messaggio era: ‘Hai 8 ore di tempo per consegnare 30mila euro, altrimenti diffondiamo un filmato intimo che ti riguarda’. Non esisteva nessun video, ovviamente.

E poi ancora:

La storia degli scatti rubati è stata come una spada che mi ha trafitto, mi sentivo violata. Al ricatto, invece, ho avuto paura delle minacce, ero frastornata. Ma ho chiamato immediatamente la poliziotta che mi aveva aiutato con il caso precedente e alla fine tutto si è risolto.

Diletta Leotta: ipocrisia e furbizia

Diletta, dunque, ha deciso di mettere nero su bianco i momenti dolorosi che ha vissuto in passato. È bello che abbia deciso di raccontarsi in modo autentico, visto che – purtroppo – sono frequenti i casi di donne che subiscono quanto da lei vissuto qualche tempo fa. Un po’ meno encomiabile, tuttavia, è il fatto che abbia atteso che le proponessero di pubblicare un libro per raccontare il proprio dramma.

Ancor meno apprezzabile è il fatto che non abbia mai preso posizione rispetto ai tanti uomini che ogni giorno invadono il suo profilo instagram con frasi volgari e irripetibili: apprezzamenti beceri, elogi a sfondo sessuale, epiteti squallidi. Questo è l’account social della Leotta: una piazza virtuale in cui si incontrano inciviltà e sessismo. Ma lei niente, neanche una parola, nemmeno un ban. Forse, viene da pensare, perché senza quel pubblico non avrebbe lo stesso riscontro.

Diletta è più furba o più ipocrita? Ognuno tragga le proprie conclusioni.

Diletta Leotta e quel Sanremo tutto da rifare

Pochi mesi fa, la Leotta ha calcato il palcoscenico dell’Ariston in qualità di co-conduttrice, al fianco di Amadeus. In quell’occasione, Diletta ha dimostrato ancora una volta di essere brava, preparata, professionale e tremendamente precisa. Fa quasi impressione la sicurezza e la padronanza con cui è salita sul palco. Tutto è andato bene, finché non ha preso la parola e ha fatto il suo monologo sulla bellezza e sul tempo, che sfiorisce il nostro aspetto ma ci rende più consapevoli e maturi. È proprio durante il lungo racconto che la Leotta ha messo in luce tutti i suoi limiti; il discorso era improntato sull’autoironia, ma – perché l’autoironia sortisca l’effetto voluto – è necessaria una caratteristica che, ahinoi, non s’impara e non si apprende con il tempo: l’empatia.

Il senso del discorso della Leotta era questo: «So di essere bella, so di essere qui perché sono bella, so che lo pensate tutti, ma vi dimostrerò che c’è dell’altro». Il problema, tuttavia, è che non è riuscita a dimostrarlo. L’idea, tanto furba quanto – per certi aspetti – ingenua, ha ottenuto l’effetto contrario: Diletta è apparsa inadeguata nel ruolo che si è cucita addosso. In apertura del suo monologo, ha detto che la bellezza è qualcosa che capita per caso e che sua nonna le ha insegnato a non farsene un cruccio quando svanirà. Il punto è che la Leotta, classe 1991, è ricorsa più volte a ritocchini estetici, il che – va chiarito – non è un peccato né un fatto da demonizzare, ma suona quantomeno bizzarro che a parlare di rughe e accettazione del proprio aspetto sia proprio lei, che – giovanissima – è già ricorsa al chirurgo.

Leggi anche: Diletta Leotta: i ritocchini non sono una colpa, l’ipocrisia lo è

Diletta, probabilmente, pensava che la strategia migliore fosse quella di giocare d’attacco, mettendo subito in chiaro di essere consapevole della propria bellezza e di averla sfruttata per arrivare al successo. Invece, è apparsa forzata, fuori luogo, inadeguata. Avrebbe potuto parlare dei pregiudizi cui va incontro una donna che legittimamente ricorre alla chirurgia estetica, avrebbe potuto parlare della schiavitù della perfezione, invece ha scelto di ricorrere a femminismo e buoni sentimenti d’accatto.

Diletta Leotta ha sopravvalutato la propria furbizia, ma non ha messo in conto il fatto di non essere empatica. Un limite, questo, che si è palesato in tutta la sua prepotenza e ha rovinato la sua grande occasione sul palco dell’Ariston. Indubbiamente preparata, bella e determinata, Diletta ha sopravvalutato se stessa oppure ha sottovalutato il pubblico. Peccato, un’occasione giocata male.

Seguici su Instagram