Chico Forti è colpevole o innocente? Tutta la storia e le due versioni a confronto

Chico Forti è colpevole o innocente: perché è in carcere, dove si trova adesso, le prove della difesa a confronto con quelle dell'accusa

La storia di Chico Forti, originario di Trieste, è un incredibile intreccio di successi, tragedie e ipotetiche sfortune: è colpevole o innocente? Scopriamo chi è, cosa gli è successo, perché è in carcere e le due versioni di chi lo accusa e chi lo difende con le prove messe a confronto.

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Prima di diventare protagonista delle cronache giudiziarie, Forti era una figura di spicco nel mondo della vela e del windsurf, oltre ad essere un affermato produttore televisivo. Tuttavia, la sua vita prende una svolta drammatica quando viene coinvolto in un omicidio che lo condannerà a vent’anni di prigione negli Stati Uniti.

Chico Forti chi è? Biografia, età, moglie, gli inizi

Nel 1959, nella pittoresca città di Trieste, nasce Enrico “Chico” Forti, destinato a diventare una leggenda nella vela e nel windsurf, ma anche di una vicenda estremamente sfortunata. Le sue straordinarie abilità gli consentono di essere uno dei primi al mondo a eseguire il salto mortale all’indietro con la tavola da windsurf. Forti accumula vittorie e successi, diventando un punto di riferimento nel panorama sportivo internazionale. Tuttavia, nel 1987, un tragico incidente automobilistico mette bruscamente fine alla sua brillante carriera nel mondo degli sport acquatici.

Nonostante l’inaspettato rovescio di fortuna, Forti non si arrende e trova una nuova strada da percorrere. Decide di reinventarsi come giornalista sportivo e successivamente come produttore televisivo e organizzatore di eventi. Nel 1990, partecipa al programma televisivo Telemike come esperto di storia del windsurf, riuscendo a vincere una considerevole somma di denaro. Grazie a questo successo finanziario, decide di trasferirsi negli Stati Uniti, dove non solo incontra Heather Crane, la donna che diventerà la madre dei suoi figli, ma riesce anche a realizzare il suo sogno di diventare un produttore televisivo di successo.

L’accusa di omicidio: perché è in carcere? Cosa c’entra Gianni Versace con la sua storia?

La fortuna di Forti, tuttavia, si rivela effimera. Nel 1998, viene accusato dell’omicidio di Dale Pike, figlio dell’imprenditore australiano Tony Pike, con il quale Forti aveva avviato trattative per l’acquisto del celebre Pike Hotel di Ibiza, uno dei luoghi simbolo della vita notturna dell’isola spagnola.

Pike giunge a Miami per incontrare l’italiano il 15 febbraio di quell’anno, ma poche ore dopo viene trovato morto su una spiaggia. Tutte le attenzioni della polizia si concentrano immediatamente su Forti, che inizialmente nega di aver incontrato Pike, per poi affermare di averlo lasciato davanti a un parcheggio dopo averlo prelevato in aeroporto.

La teoria dell’accusa è che Chico, approfittandosi dello stato di salute di Tony Pike, volesse ottenere in modo fraudolento il 100% dell’hotel.

Durante l’interrogatorio, avvenuto senza la presenza di un avvocato, si commette una violazione del diritto americano che in teoria potrebbe invalidare le prove acquisite. Inizia così un processo che si svolge in un clima pesantissimo. Con insinuazioni che la polizia di Miami voglia vendicarsi per un documentario prodotto da Forti, intitolato “Il sorriso della Medusa”, in cui si mette in discussione la versione ufficiale del suicidio di Andrew Cunanan, il serial killer responsabile dell’omicidio di Gianni Versace.

La condanna e la lotta per la verità: perché sostengono che sia innocente?

Nel 2000, giunge la sentenza che rappresenta un colpo devastante per Forti. La giuria popolare lo dichiara colpevole dell’omicidio “oltre ogni ragionevole dubbio”, nonostante le irregolarità nell’interrogatorio, i dubbi sul movente e la mancanza di prove fisiche sul luogo del crimine.

Anche il superamento della prova della macchina della verità, a cui Forti si sottopose volontariamente, non basta a scagionarlo. Così, viene condannato all’ergastolo e imprigionato presso la Dade Correctional Institution di Florida City, vicino a Miami.

Nonostante la sua condanna, Forti continua a dichiararsi innocente e vittima di un errore giudiziario. Nel corso degli anni molte personalità della politica e dello spettacolo si battono per chiedere la revisione del processo e la sua liberazione.

Potrà rientrare in Italia?

Il 23 dicembre 2020, una data che resterà impressa nella memoria di Chico Forti, il Ministro degli Affari Esteri italiano interviene nel caso,  e annunci la possibilità per Forti di essere trasferito e scontare la pena in Italia

L’annuncio di Luigi Di Maio, però, non ha ancora avuto alcun riscontro: infatti, dopo due anni Chico Forti è rimasto negli Stati Uniti. Lo Stato italiano non offre garanzie sulla certezza della pena e che Chico Forti completi la totalità della sua pena in carcere poiché la legislazione prevede sconti di pena.

Senza questo requisito, Chico Forti deve restare negli Stati Uniti. Le autorità americane hanno confermato che Chico Forti è colpevole di omicidio con prove chiare che Chico Forti si rifiuterebbe di pubblicare

Mentre il destino di Chico Forti rimane incerto, la sua storia è diventata una di quelle che suscitano l’attenzione del pubblico, sollevando interrogativi sulla giustizia e sul potere che le prove circostanziali possono avere nell’esito di un processo.

Chico Forti è colpevole? Le accuse

Nonostante i moltissimi sostenitori di Chico Forti, esiste una folta schiera di pubblico che crede che l’uomo sia realmente colpevole. Nonostante le ”mancate prove” riportate dalla difesa, non sono pochi i dettagli che invece propendono per l’accusa di omicidio.

I motivi che potrebbero far ritenere Chico Forti colpevole includono le contraddizioni nelle sue dichiarazioni, le prove circostanziali, il possesso di un’arma simile a quella utilizzata nell’omicidio, l’assenza di prove delle telefonate e i comportamenti sospetti dopo il delitto.

  • Forti ha mentito inizialmente agli investigatori riguardo all’incontro con Dale Pike e ha sostenuto di non averlo incontrato in aeroporto, ma questa versione è stata smentita
  • Chico aveva il tempo sufficiente per uccidere e alterare la scena del crimine, poiché l’aereo di Pike è atterrato con ritardo e Forti ha affermato di averlo prelevato dall’aeroporto e impiegato circa 25 minuti per raggiungere il luogo del delitto.
  • Forti aveva precedentemente acquistato una pistola dello stesso calibro con Thomas Knott, ma l’arma non è mai stata ritrovata.
  • Non ci sono prove della telefonata che Chico Forti sostiene che Dale Pike abbia fatto da una stazione di servizio, sollevando dubbi sulla veridicità di tale chiamata.
  • Alcuni sostenitori affermano che la polizia di Miami lo abbia “incastrato” a causa del suo documentario, ma il documentario non è stato diffuso negli Stati Uniti
  • Una scheda telefonica trovata accanto al cadavere di Dale Pike è stata utilizzata per effettuare chiamate a numeri simili a quello di Forti.
  • Forti ha chiesto alla moglie di far lavare l’auto con cui ha prelevato Dale Pike in aeroporto, sollevando sospetti sul tentativo di rimuovere eventuali prove.
  • La spiaggia in cui è stato trovato il cadavere di Pike non era facilmente accessibile e non era ideale per praticare windsurfing. Il che suggerisce che Forti potesse prevedere di non incontrare nessuno sul posto.
  • Forti ha cercato di spostare l’attenzione sugli investigatori verso Thomas Knott, ma nulla ha collegato Knott all’omicidio di Pike.
  • Nessuna assoluzione dall’accusa di truffa. Semplicemente è stato applicato il principio della Felony Murder Rule, che sospende l’accusa di truffa a causa del movente dell’omicidio.

E se fosse innocente? Cosa non torna

Tuttavia, ci sono diversi elementi che potrebbero sollevare dubbi sulla colpevolezza di Chico Forti. Come le motivazioni incerte, la mancanza di prove concrete e le possibili alternative o coincidenze che potrebbero spiegare gli indizi a suo carico.

  • La giustificazione iniziale riguardo alla menzogna agli investigatori potrebbe essere attribuita alla paura e allo shock causati dalla notizia della morte di Dale Pike e del presunto omicidio del padre di Dale
  • Non ci sono prove concrete che dimostrino che Chico abbia avuto un movente per uccidere Dale Pike. Le supposizioni basate sulla presunta truffa immobiliare o su una rivalità tra truffatori potrebbero essere solo speculazioni.
  • Nonostante Chico Forti avesse una pistola dello stesso calibro di quella utilizzata nell’omicidio, nessuno ha mai ritrovato quest’arma. La mancanza di una prova materiale rende difficile collegare direttamente Forti all’omicidio.
  • Non esistono testimonianze o prove solide che connettano Chico Forti alla telefonata effettuata da Dale Pike da una stazione di servizio. La mancanza di tracce di chiamate su altre numerazioni può essere spiegata da vari fattori.
  • La presunta lavaggio dell’auto da parte di Chico Forti potrebbe essere semplicemente una coincidenza
  • La spiaggia in cui è stato trovato il cadavere di Pike era frequentata anche da altre persone. L’assenza di testimoni o prove concrete che collegano direttamente Forti alla scena del crimine può sollevare dubbi sulla sua colpevolezza.
  • Non ci sono prove che supportino l’accusa secondo cui Chico Forti abbia cercato di truffare Anthony Pike. Le testimonianze e le versioni dei fatti possono essere soggettive e non sufficienti a dimostrare la colpevolezza di Forti.
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