Sgarbi cosa ha detto al Maxxi? Discorsi sul e del ca**o VIDEO

Sgarbi al Maxii con Morgan come in uno spogliatoio qualsiasi, ecco cosa ha detto e cosa è successo «100mila donne...» VIDEO

Vittorio Sgarbi continua a fare Vittorio Sgarbi, in un nuovo spettacolo sessista di chiara ispirazione cameratista, che ricorda gli spogliatoi maschili e le chat di Telegram; dove e quando è andata in scena l’ennesima puntata di questo circo maschilista, sessista e volgare è uno dei problemi più gravi di quanto successo lo scorso 21 giugno: durante l’evento inaugurale al museo MAXXI di Roma. Scopriamo cosa ha detto e cosa è successo.

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L’intervento di Vittorio Sgarbi, critico d’arte e (ribadiamolo) sottosegretario alla Cultura, al Museo Maxxi di Roma ha – giustamente – suscitato una serie di critiche a causa del suo contenuto volgare e sessista. Le sue parole, comprese le parolacce, le allusioni sessuali, le espressioni sessiste e gli improbabili discorsi sul pene, hanno suscitato indignazione e richieste di spiegazioni da parte delle istituzioni culturali e dei politici.

Sgarbi e Morgan: cosa è successo al Maxxi? VIDEO

Il 21 giugno, il Museo Maxxi di Roma ha ospitato un evento inaugurale della stagione estiva intitolato “Morgan incontra Vittorio Sgarbi per un inedito faccia a faccia su gusti e passioni, tra parole e note suonate al piano, come annunciato sulla pagina Facebook del museo. A quanto pare, però, il sottotitolo non dichiarato era ”Morgan e Vittorio Sgarbi, discorsi sul e del ca**o”. 

Ecco uno stralcio di quanto detto, dall’acuta profondità e dalla particolare attinenza con il Museo di Roma:

«Houellebecq dice che c’è un momento della vita in cui noi conosciamo un solo organo: il c…. Il c… è un organo di conoscenza, cioè di penetrazione, serve a capire. Poi, dopo i 60 anni, scopri che ci sono anche altri organi, c’è per esempio il colon, il pancreas, la prostata. Io non sapevo che cazzo fosse ‘sta prostata, mai incontrata, a un certo punto sui 67 appare la prostata e tu devi fare i conti con questa tr…, put… di merda che non hai mai incontrato in vita tua. Il c… se ne va e arriva la prostata».

Ma la parte peggiore (no, incredibilmente non era questa) arriva quando Morgan decide di chiedere a Sgarbi con quante donne sia stato. Il Maxxi, come uno spogliatoio maschile qualsiasi (non dovrebbe succedere neanche lì, ovviamente), diventa palco per una prosopopea del maschilismo rurale e primitivo, ma purtroppo sempre attuale, in cui si contano le ”prede”.

Così Sgarbi da sottosegretario alla Cultura – quale è – decide di apportare dei dati storici alla sua risposta. E inizia ad elencare una serie di nomi maschili noti, corredati dal numero di donne con cui sarebbero stati. E così partono i botti e le favole che gli uomini si raccontano tra loro: 100mila, 30mila, 50 mila e così via inventando\dicendo. La famosa e poco interessante gara a ”chi piscia più lontano” o a ”chi ce l’ha più lungo”.

Ma Sgarbi resta umile, anche se ci tiene a precisare che i dati delle sue prestazioni sono orientativi e il risultato di una media: «Non ho il contatore all’uccello ma ti posso rispondere come il grande Califano e mi attesto sulla media di 3 al mese, quindi circa 1500». 

Eh si, la gente presente ha anche riso. Come i bambini delle elementari che ridono alle parole ”uccello”, ”cacca” o ”culo”. Di seguito il video di quel momento, per confermare che è tristemente tutto vero:

Le richieste di spiegazioni

Le commissioni cultura di Camera e Senato del Partito Democratico hanno emesso una nota congiunta in cui chiedono al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, di presentarsi in Aula e spiegare le ragioni per cui un’importante istituzione culturale come il Maxxi abbia permesso un evento così degradante.

Così, il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha scritto una lettera al presidente del Maxxi, Alessandro Giuli, presente durante il siparietto di Morgan e Sgarbi:

«La libertà di manifestazione del pensiero deve essere sempre massima e garantita a tutti, ma trova il suo limite nel rispetto delle persone. Anche le forme dell’espressione non devono mai ledere la dignità altrui. Le istituzioni culturali, e so che Alessandro Giuli è d’accordo con me, devono essere aperte e plurali ma lontane da ogni forma di volgarità. Chi le rappresenta deve mantenere un rigore più alto di altri»

Sgarbi si dimette? Rivendico tutto quello che ho fatto e detto»

Auspicare nelle dimissioni di Sgarbi sarebbe come credere alla storia delle 10o mila donne di uno o dell’altro tizio, nominato nella lista dei maschi alpha recitata dal critico d’arte. Come ha risposto Vittorio Sgarbi alle accuse? Alla Vittorio Sgarbi. Rilanciando e affermando di rivendicare tutto ciò che ha fatto e detto. E paragonando quanto successo a diversi opere e artisti a caso, che nulla hanno a che fare con la volgarità e il sessismo praticato da Sgarbi:

«Sono libero di parlare. Allora censuriamo Petrolio di Pasolini. Dieci ragazze per me di Battisti, Mozart, Lorenzo da Ponte o chiediamo a Manzoni di ritirare Merda d’artista, uno dei capolavori del ‘900? È una strumentalizzazione ridicola, non ho mai letto niente di più idiota».

Mi piacerebbe dire di non aver sentito mai niente di più ridicolo e che niente potrà superarlo. Ma sappiamo già che non è così. Non esistono limiti a Vittorio Sgarbi – o al peggio che dir si voglia.

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