Barbie film, Allan è gay o un uomo etero salvo dalle logiche del patriarcato? Ribadiamo «Yes, all men»

Barbie film, il personaggio di Allan è gay? Cosa rappresenta e cosa non torna: la storia vera e il concetto di ''Yes, all men''

Il film di Barbie ha riportato alla luce una serie di personaggi che erano scomparsi dalla memoria di molti e che le nuove generazioni non avevano mai incrociato: tra loro c’è Allan, l’unico ”uomo” del film che non è un Ken e su cui si è aperto un dibattito sulla sua sessualità: è gay o è un etero non conforme agli stereotipi della basicità? Su questa questione è importante aprire una finestra sul concetto di Yes all men, che troverete alla fine dell’articolo.

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Nel film è interpretato dal bravissimo attore Michael Cera che ha regalato al pubblico una performance strabiliante. Nella storia della Mattel, però, il personaggio di Allan è ben distante da quella presentata nel film di Greta Gerwig. Scopriamone insieme tutti i dettagli e cosa ci sarebbe piaciuto venisse approfondito.

La vera storia di Allan

Chi ha visto Barbie ed è rimasto a leggere i titoli di coda avrà scoperto che molti dei personaggi ”alternativi” di Barbieland sono esistiti davvero nella storia della Mattel. Tra loro, Allan è quello che ha avuto uno dei ruoli messi più alla luce. Il giocattolo di riferimento è stato introdotto nel 1964 come il migliore amico di Ken, uno dei personaggi più iconici della collezione di Barbie.

Nonostante la sua produzione sia stata interrotta nel 1966, la presenza di Allan rimane significativa. Il suo nome deriva dal genero di Ruth Handler, co-fondatrice di Mattel, il cui nome era Allan Segal. Nella ”realtà” della saga di Barbie, sin dall’inizio, Allan è stato legato a Midge (la Barbie incinta). Nel corso del tempo, la famiglia di Allan si è arricchita con l’introduzione di nuovi personaggi, inclusi il figlio Ryan e la figlia Nikki.

Nel film di Barbie Allan è gay?

Il personaggio di Allan riesce a emergere nel film di Barbie, svelando la sua unicità e autenticità. Ciò che rende Allan straordinario è la sua capacità di rimanere se stesso e la volontà di non volersi allineare agli altri personaggi.

Nel film di Greta Gerwig è innegabile che si apra, pur non esplicitamente, una viva discussione sulla sessualità di Allan. Nonostante ciò, l’identità sessuale di Allan rimane un tema aperto, lasciando spazio a diverse interpretazioni. Sarebbe stato utile che la trama fornisse una risposta chiara su questa tematica. Allan è gay o è semplicemente un uomo etero non conforme agli stereotipi? 

Il dubbio stesso nasconde diverse insidie etiche, a cui il film avrebbe potuto sopperire. E noi ci auguriamo che si possa prendere il considerazione uno spin-off proprio sul personaggio di Allan per fugare ogni dubbio e ampliare lo sguardo.

Yes all men: cosa significa?

Il concetto femminista di “yes, all men” (traducibile come “sì, tutti gli uomini”) è una risposta netta al concetto opposto di “not all men” (non tutti gli uomini), con cui molti uomini sentono la necessità di difendersi di fronte alle tematiche del patriarcato e del maschilismo. La frase “yes, all men” è stata originariamente coniata su Twitter e ha guadagnato popolarità all’interno del dibattito femminista come un modo per sottolineare l’onnipresenza e l’impatto delle problematiche legate al maschilismo, alla cultura patriarcale e alle disuguaglianze di genere che coinvolgono molti uomini.

Quando qualcuno utilizza l’espressione “yes, all men”, sta sostanzialmente affermando che, mentre è vero che non tutti gli uomini sono coinvolti in comportamenti negativi o discriminanti, tutti gli uomini traggono vantaggio dalla cultura patriarcale e dai sistemi di potere che privilegiano il genere maschile.

Questo concetto enfatizza la necessità di riconoscere l’importanza di esaminare criticamente le strutture di potere e i sistemi culturali che perpetuano disuguaglianze di genere e violenza contro le donne. Sottolinea che anche gli uomini che possono essere considerati “buoni” hanno beneficiato delle disuguaglianze di genere e contribuito, talvolta inconsciamente, a mantenere il sistema patriarcale. E per questo non ha senso che ribadiscano «No, io no. Non tutti siamo così».

L’uso di “yes, all men” mira a far riflettere sulle questioni di fondo riguardanti il ruolo degli uomini nel movimento femminista e nella lotta per l’uguaglianza di genere. Diventano compagni nella lotta quelli che riconoscono di far parte di un problema e non sentono la necessità di precisare che «Not all men!» perché la risposta femminista non potrà che essere «Yes, all men!». E ovviamente non ha alcun valore e non fa alcuna differenza che si tratti di gay o etero.

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