Alain Elkann, chi è il padre di Lapo Elkann?

Alain Elkann è finito nella bufera per un suo articolo scritto per La Repubblica dal tono forse classista e sopra le righe.

Alain Elkann è il padre di Lapo Elkann, protagonista di una polemica a seguito di un viaggio in treno per Foggia. Scopriamo tutti i dettagli di seguito!

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Scrittore e giornalista molto celebre, Alain Elkann è il padre di Lapo Elkann ma anche di Ginevra e dell’altro rampollo di casa Agnelli, John. Ex marito di Margherita Agnelli, è un personaggio autorevole nel mondo dell’editoria italiana. Perché è finito nell’occhio del ciclone a causa di un suo viaggio tra i treni della Penisola? Sveliamo cosa è accaduto tutto di seguito!

Età

Alain Elkann ha 73 anni: è nato negli Stati Uniti d’America, a New York, il 23 marzo 1950, sotto il segno zodiacale dell’Ariete.

Moglie e figli

Alain Elkann è stato sposato dal 1975 al 1981 con Margherita Agnelli, figlia dell’allora presidente della FIAT Gianni Agnelli. Da questa unione sono nati tre figli: John Elkann, Lapo Elkann e Ginevra Elkann.

Nel 2002 si è risposato con Rosy Greco, da cui si è separato nel 2009. Da questo secondo matrimonio non sono nati figli.

Elkann è nonno di ben sei nipoti. Il suo primogenito Jhon, infatti, sposato con Lavinia Borromeo, ha avuto tre figli: Leone Mosé (27 agosto 2006), Oceano Noah (11 novembre 2007), Vita Talita (23 gennaio 2012).

Giacomo Gaetani (15 agosto 2009), Pietro Gaetani (31 ottobre 2012), e Marella Gaetani (27 maggio 2014), sono, invece, i figli di Ginevra, sposata con Giovanni Gaetani dell’Aquila d’Aragona.

A quanto ammonta il patrimonio di Alain Elkann?

Il patrimonio totale della famiglia Elkann ammonterebbe a circa circa 150 miliardi di dollari. Difficile calcolare quanto è destinato a Alain Elkan! Suo figlio John Elkann, invece, secondo l’autorevole fonte fornita da Forbes, al 6 aprile 2022 avrebbe un patrimonio stimato di 2,1 miliardi di dollari. In tal modo il suo primogenito risulta essere il 1580° uomo più ricco al mondo, nonché il 26° più ricco d’Italia.

Polemica sul treno per Foggia

“Sul treno per Foggia con i giovani “lanzichenecchi” è il titolo apparso su La Repubblica il 23 luglio 2023, firmato Alain Elkann nella rubrica dedicata alla cultura.

Il racconto è biografico, riferito a un reale viaggio dello scrittore nel treno in partenza da Roma, in direzione Foggia. Ecco cosa si legge: “Non pensavo che si potesse ancora adoperare la parola “lanzichenecchi” eppure mi sbagliavo. Qualche giorno fa, dovendo andare da Roma a Foggia, sono salito su una carrozza di prima classe di un treno Italo. Il mio posto assegnato era accanto al finestrino e vicino a me sedeva un ragazzo che avrà avuto 16 o 17 anni. T-shirt bianca con una scritta colorata, pantaloncini corti neri, scarpe da ginnastica di marca Nike, capelli biondi tagliati corti, uno zainetto verde. E l’iPhone con cuffia per ascoltare musica. Intorno a noi, nelle file dietro e in quelle davanti, sedevano altri ragazzi della stessa età, vestiti più o meno allo stesso modo: tutti con un iPhone in mano”

A sorprendere principalmente sono i tatuaggi dei ragazzi e l’indifferenza verso lui che, per loro, indossava qualcosa di insolito: “Io indossavo, malgrado il caldo, un vestito molto stazzonato di lino blu e una camicia leggera. Avevo una cartella di cuoio marrone dalla quale ho estratto i giornali: il Financial Times del weekend, New York Times e Robinson”.

Nell’usare un quaderno per scrivere il diario con la sua penna stilografica, il viaggio è continuato: “Mentre facevo quello, i ragazzi parlavano ad alta voce come fossero i padroni del vagone, assolutamente incuranti di chi stava attorno. Parlavano di calcio, di giocatori, di partite, di squadre, usando parolacce e un linguaggio privo di inibizioni”.

A quel punto, forse, il nostro scrittore, si è sentito smarrito: “Intanto il treno, era arrivato a Caserta. Non sapevo che per andare da Roma a Foggia si dovesse passare da Caserta e poi da Benevento. Pensavo di aver sbagliato treno, ma invece è così”.

Ben presto Alain è trasportato da discorsi dei giovani: “A un certo punto, poco dopo Benevento, mentre erano sempre seduti o quasi sdraiati ai loro posti, ammassando nei vari cestini per la carta straccia lattine di Coca Cola o tè freddo, uno di loro ha detto: «Non è che dobbiamo stare soli di sera: andiamo a cercare ragazze nei night». Un altro ragazzo più piccolo di statura e con il viso leggermente coperto di acne giovanile ha detto: «Macché night! Credetemi, ho esperienza. Bisogna beccare le ragazze in spiaggia e poi la sera portarle fuori e provarci. La spiaggia è il posto più figo e sicuro per beccare». Quella conversazione sulle donne da trovare era andata avanti mentre io avevo finito di scrivere sul mio quaderno ed ero immerso nella lettura di Proust. Loro erano totalmente indifferenti a me, alla mia persona, come se fossi un’entità trasparente, un altro mondo”.

E ancora: “Un signore con i capelli bianchi, una sorta di marziano che veniva da un altro mondo e che non li interessava. Pensavano ai fatti loro, parlavano forte, dicevano parolacce, si muovevano in continuazione, ma nessuno degli altri passeggeri diceva nulla. Avevano paura di quei ragazzi tatuati che venivano dal nord, lo si capiva dall’accento, o erano abituati a quel genere di comportamento? 

Arrivando a Foggia, mi sono alzato, ho preso la mia cartella. Nessuno mi ha salutato, forse perché non mi vedevano e io non li ho salutati perché mi avevano dato fastidio quei giovani “lanzichenecchi” senza nome”.

Quell’articolo di Alain Elkann diventato un tormentone

A insorgere per primi sono stati i colleghi di Elkann stesso. I giornalisti di Repubblica, infatti, hanno definito i contenuti dell’articolo del tutto classisti. Con un comunicato stampa, il Comitato di redazione del quotidiano, ha preso le distanze da quanto scritto da Elkann, considerando soprattutto la missione del piano editoriale, “dove si parla di un giornale ‘identitario’ vicino ai diritti dei più deboli”.

Non hanno avuto timore, quindi, i giornalisti de La Repubblica a firmare una protesta contro il padre dell’editore e sottolineano l’impegno, la passione e l’umiltà che li contraddistingue nel loro lavoro. Continuando, hanno poi scritto: “siamo oggetto di una valanga di commenti critici sui social che dequalificano il lavoro di tutte e tutti noi, imperniato su passione, impegno e uno sforzo di umiltà”.

Sui social l’articolo di Elkann è diventato un vero tormentone, protagonista di meme e vignette che vanno dall’ironico all’esilarante. Tra tutti, la pagina Facebook Osservatorio sul declino della stampa italiana vede commenti che profumano di Feudalesimo e Libertà, come “Alla conquista di Foggia! La si annetta al Sacro romano impero” oppure “Io, editore, pubblico un mio racconto dal titolo ‘Che schifo i poveri’ sul mio giornale”.

In ogni caso, quello che salta all’occhio più attento è la virgola tra il soggetto e il predicato nel passaggio: “Intanto il treno, era arrivato a Caserta”.

Carriera di Alain Elkann

Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Ginevra, Alain Elkann si è dedicato con enorme profitto alla scrittura, la sua più passione più grande. Dal 1992 è volta diventato giornalista professionista, iscritto all’ordine nel Lazio. Ha poi iniziato a lavorare anche come scrittore e conduttore nel piccolo schermo. Come giornalista Elkann padre ha preso parte a diverse trasmissioni televisive, su Telemontecarlo e su La7.

Nella sua ultra decennale carriera ha scritto per diversi giornali italiani, tra cui: Il Messaggero, La Stampa, Shalom, The Literary Review e Panta. A portare la sua firma da scrittore ci sono anche parecchi libri e nel 2001 ha ricevuto il Premio Cesare Pavese per John Star (2001). Tra gli altri, ha pubblicato: L’equivoco (2008), Nonna Carla (2010), Hotel Locarno (2011), Rotocalco (2012), la raccolta di racconti Spicchi di un’arancia (2012), La voce di Pistoletto (2013), biografia scritta in collaborazione con l’artista; il volume di Racconti (2014); i romanzi Il fascista (2016), Anita (2019) e Una giornata (2020); la raccolta di racconti sull’universo femminile Adriana e le altre (2023).

Elkann è stato consigliere del ministro Urbani per la cultura italiana nel mondo (2001-04), consigliere per gli eventi culturali e i rapporti con l’estero del ministro Ornaghi. È inoltre membro del CdA della Fondazione Rosselli, e presidente della Fiac (Foundation for Italian Art and Culture), della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino e, dal 2016, del comitato scientifico della Fondazione Italia USA.

Attualmente è anche docente invitato presso l’Università della Pennsylvania, oltre che essere presidente del comitato scientifico della Fondazione Italia USA.

Curiosità sul padre di Lapo Elkann

Tre curiosità su Alain Elkann? Leggiamole di seguito!

  • Suo padre, Jean-Paul Elkann, banchiere, industriale e rabbino, era francese. Sua madre, Carla Ovazza, invece, era italiana, discendente da una nota famiglia di banchieri.
  • Dal 2009 è stato nominato Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore.
  • Su iniziativa del Presidente della Repubblica, il 30 dicembre 2020 ha ricevuto la carica di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
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