Caro Belpietro, anche tu sei figlio e padre del patriarcato: il tuo ”not all men” è un insulto a Giulia Cecchettin

Dritto e rovescio ieri sera, cosa ha detto Maurizio Belpietro a Elena Cecchettin, sorella di Giulia? Il suo vergognoso Not all men

Quanto andato in onda ieri sera, durante la puntata di Dritto e Rovescio, nello spazio dedicato al femminicidio di Giulia Cecchettin, è nauseante quanto drammaticamente prevedibile: alla meraviglia di aver assistito ad un discorso impeccabile come quello di Elena Cecchettin (mai visto in tv) si è contrapposta la miseria della risposta di Maurizio Belpietro. 

L’analisi proposta dalla sorella di Giulia è lucida e le parole sono state scelte con la massima attenzione. Si parla di cultura dello stupro, del perché non è corretto parlare di ”mostri” ma di ”figli sani del patriarcato”, ha descritto il concetto ”Yes, all men” e perché tutti gli uomini (indistintamente) sono presi in causa e sono causa di quanto succede, ha sottolineato con forza che il femminicidio è un fenomeno sistemico e un omicidio di Stato. 

Nelle ore successive al ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin e dell’arresto dell’assassino Filippo Turetta, il primo pensiero degli uomini è stato quello di coniugare tutte le sfaccettature di uno dei sintomi più riproposti dal patriarcato: il Not all men. Così schiere e schiere di uomini hanno deciso di prender parola per precisare ”Non io no, io non faccio parte del patriarcato”, ”Io non ucciderei mai la mia ex o la mia fidanzata”, ”Non potete parlare di tutti gli uomini”.

Non iniziate a sentire anche voi il prurito alla parola ”generalizzare”? Gli uomini sono stanchi di questa orda di donne che parlano di donne uccise da uomini e che continuano a peccare di generalizzazione. Donne che osano commentare un fenomeno sistemico, presentando dati, fornendo analisi, morendo. Anzi precisiamo: le donne non muoiono, vengono uccise.

E come specchio riflesso di quanto successo negli ultimi giorni sui social, chi meglio poteva rappresentare l’uomo medio suscettibile che commenta e rivendica il suo Not all men? Beh sì, in effetti ci sarebbe l’imbarazzo della scelta e la lista è davvero lunga. Ma semplifichiamo, in questo caso a rappresentare la categoria abbiamo avuto il dispiacere di ascoltare Maurizio Belpietro. 

Elena Cecchettin discorso, cosa ha detto la sorella di Giulia a Dritto e Rovescio? Video

Partiamo dalle note positive e dal perfetto discorso fatto da Elena Cecchettin, sorella di Giulia, ieri sera a Dtitto e Rovescio, a cui non è necessario aggiungere nulla. Ecco le sue potentissime parole, riportate fedelmente da Biccy:

«Io voglio lanciare un messaggio e spero che possa raggiungere più persone possibile. In questi giorni si è sentito parlare di Turetta e molte persone lo hanno additato come un mostro, come un malato. Ma lui mostro non è, perché mostro è l’eccezione alla società. Mostro è quello che esce dai canoni normali della nostra società. Ma lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupr0. La cultura dello stupr0 è quell’insieme di azioni che sono volte a limitare la libertà della donna. Come controllare un telefono, come essere possessivi o fare catcalling. È una struttura che beneficia tutti gli uomini

Non tutti gli uomini sono cattivi mi viene detto spasso. Sì, è vero. Ma in questo caso sono tutti uomini e tutti gli uomini trattano benefici da questo tipo di società. Quindi tutti gli uomini devono essere attenti. Devono richiamare l’amico che fa catcalling ai passanti, devono richiamare il collega che controlla il telefono alla ragazza. Dovete essere ostili a questi comportamenti che possono sembrare delle banalità ma sono il preludio del femminicidio.

Il femminicidio non è un delitto passionale. Il femminicidio è un delitto di potere. Il femminicidio è un omicidio di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge. Bisogna prevedere un’educazione s3ssuale e affettiva in maniera da prevenire queste cose. Bisogna finanziare i centri antiviolenza in modo tale che se le persone devono chiedere aiuto siano in grado di farlo. E per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto».

Cosa ha detto Maurizio Belpietro? Il suo ”Not all men” è vergognoso

Dopo la prima pessima reazione del conduttore Paolo Del Debbio (che abbiamo commentato QUI) è arrivata puntuale, come un’indigestione da cibo avariato, la reazione di Maurizio Belpietro al discorso di Elena Cecchettin. Il giornalista ha scritto l’ennesima pagina dell’ignorante motto, fondamento del patriarcato, Not all men (non tutti gli uomini, ndr).

Neanche di fronte al femminicidio di Giulia Cecchettin e al potente dolore della sorella, un uomo è riuscito a non rivendicare il proprio spazio e a non difendere la propria presunta estraneità ai fatti. Ecco le sue parole:

«Io ho molto rispetto del dolore della sorella di Giulia, la quale evidentemente ha una sofferenza enorme e un dolore enorme dentro di sé. Però, francamente, pensare che Filippo Turetta sia il figlio sano della società patriarcale, io francamente non riesco a crederlo. Così come non riesco a credere che sia un figlio della cultura dello stupro. I

o credo che sia un assassino. Ma non tutti gli uomini sono assassini. E non tutti gli uomini sono figli della società patriarcale, come è stato detto. Capisco, rispetto qualsiasi cosa, ma dire queste cose, è sempre la solita cosa, è dire che è la società che è responsabile. Eh no. Il responsabile si chiama Filippo Turetta, un ragazzo di 22 anni, che ha molto probabilmente, lo diranno gli inquirenti, premeditato questo delitto. Si è armato di un coltello, ha attirato Giulia in una trappola.

Ha usato la disponibilità di Giulia che, probabilmente, non voleva ferire l’ex fidanzato e quindi era disposta a incontrarlo, pensava sempre di poter risolvere la questione con delle parole affettuose, cercava di capirlo. Ma Filippo ha usato questa ingenuità di Giulia per accoltellarla, per picchiarla, per ucciderla. Ma che adesso si debba fare un processo alla società patriarcale significa non fare un processo a nessuno. Perché come sempre del patriarcato si discute in grandi fenomeni sociologici. Ma devo dire che, siccome questo argomento non lo ha usato solo la sorella di Giulia, non mi sta bene che venga usata questa vicenda in maniera strumentale, anche un po’ ipocrita, a me indigna questa cosa.

E non parlo della sorella di Giulia, ma della politica. Che non sa risolvere i problemi degli evasori, ma adesso pensa di risolvere il problema del patriarcato. Allora, in Italia ci sono troppi femminicidi ma credetemi sta in fondo alla lista di tutti i paesi europei per femminicidi. Quindi non cerchiamo di fare della bassa sociologia».

(Sì, è previsto imprecare dopo aver letto tutto.)

Trovare la puntata intera e il momento descritto cliccando QUI.

Quindi, per Belpietro non esisterebbe alcuna matrice patriarcale del femminicidio. Dalle parole di Belpietro, a dirla tutta, sembrerebbe che il patriarcato neanche esista. Un po’ come si parlava e (addirittura ancora si parla) della mafia, insomma. Come si parla del fascismo. Come si parla degli asini che volano.

Siamo tutti pazzi, anzi pazze. Per non dire isteriche, come a molti piace appellarci da sempre. E soprattutto, come ripetuto anche ad Elena Cecchettin, ‘‘siamo scosse, in preda al dolore”, magari anche in preda al ciclo.

Per questo Belpietro comprende la sorella di Giulia Cecchettin, la lascia perfino parlare e addirittura la rispetta. La rispetta non rispettandola. Alludendo al fatto che stia usando la morte della sorella per fare ”bassa sociologia”. Dicendole, con il tono di un adulto ad una bambina, che ”tesoro gli asini non volano e il patriarcato non esiste”. Ma esiste lui. Degno e vivo esempio in carne ed ossa di quanto Elena ha descritto. Figlio e padre sano del patriarcato e della cultura del ”Not all men”. 

Continuate a raccontarvela e a credere di aver ancora tutto sotto controllo. Ma bruceremo tutto. Vi spiegheremo poi, di cosa è fatta quella cenere. Di qualcosa che al momento secondo voi non esiste.

Seguici su Instagram