Avanti Popolo di Nunzia De Girolamo chiude, ma è durato pure troppo

Avanti Popolo, perché il programma di Nunzia De Girolamo chiude? C'entrano i bassissimi ascolti, e nessuno dimentica quell'intervista...

Alla fine Avanti Popolo di Nunzia De Girolamo, chiuderà anticipatamente: il programma della ex politica, che si sarebbe dovuto concludere a maggio, saluterà il pubblico a dicembre. Il 3% di share, a fronte di 200mila euro a puntata, è parso troppo poco ai dirigenti Rai, che hanno deciso, dunque, di sospendere la trasmissione.

Il programma, a dire il vero, non ha mai spiccato il volo: nonostante l’intervista (assolutamente evitabile) a Fabrizio Corona, nel momento delle rivelazioni sul caso scommesse nel calcio, e alla ragazza stuprata a Palermo, che è costata a De Girolamo la pesante accusa di aver strumentalizzato e usato la giovane donna per fare ascolti, Avanti Popolo non ha mai convinto il pubblico.

Non solo si è rivelato un flop per la rete, ma anche un autogol per la conduttrice. De Girolamo, ricorderete, che si è sempre professata dalla parte delle donne, ha difeso strenuamente Giambruno dopo il video in cui molestava alcune colleghe di lavoro. La presentatrice ha preso le sue parti dicendo che si trattava solo di un gioco. In ogni caso, De Girolamo piange con un occhio soltanto: le rimarrà, infatti, Ciao maschio, in seconda serata su Rai 1.

Avanti Popolo, perché il programma di Nunzia De Girolamo è stato chiuso?

La decisione di interrompere anticipatamente il programma Avanti Popolo condotto da Nunzia De Girolamo su Rai3 sembra essere stata motivata da diverse ragioni. In primo luogo, la cifra di 200mila euro a puntata è stata considerata eccessiva. Soprattutto considerando il fatto che il programma non ha raggiunto il successo sperato in termini di ascolti.

Il 3% di share, che rappresenta la percentuale di spettatori che seguono effettivamente il programma rispetto al totale degli spettatori in quel momento, è stato giudicato troppo basso. Questo è particolarmente preoccupante per un programma che si trova ancora nella fase iniziale e non può contare su un pubblico consolidato.

La produzione esterna Fremantle è stata menzionata come un ulteriore fattore influente nella decisione di interrompere il programma. I costi associati alla produzione esterna sono stati giudicati troppo elevati, contribuendo così alla decisione di porre fine al programma prima del previsto.

L’intervista alla ragazza vittima dello stupro di Palermo

La controversia attorno alla trasmissione Avanti Popolo condotta da Nunzia De Girolamo si è intensificata dopo il coinvolgimento della ragazza vittima dello stupro di Palermo. Oltre al richiamo della commissione Pari opportunità di viale Mazzini e del sindacato dei giornalisti Rai, un gruppo di attiviste, giornaliste e intellettuali ha presentato una raccolta firme per una lettera indirizzata alla presidente Rai Marinella Soldi, al Cda, al presidente Agcom Giacomo Lasorella, e al presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bortoli.

La critica principale riguarda il trattamento dell’argomento durante la trasmissione e il dibattito che ne è seguito. Le accuse si concentrano sulla violazione dei principi fondamentali della deontologia professionale nel presentare la sopravvissuta in uno scenario di spettacolarizzazione del proprio trauma e nella vittimizzazione secondaria a cui si è assistito durante il programma.

Particolarmente contestata è stata la lettura dei messaggi scambiati dai violentatori il giorno successivo all’aggressione: “così è uno schifo” e “la carne è carne”. La conduttrice ha commentato in studio, affermando: “Mi fa fatica leggerti queste frasi”. Tuttavia, la lettera accusa una superficialità inaudita nel modo in cui il tema è stato affrontato.

Le interviste a cittadini palermitani che incolpano la vittima, esprimendo giudizi negativi e coprendo i volti, hanno ulteriormente alimentato le polemiche. La lettera critica la conduzione dell’intervista, sottolineando la mancanza di sensibilità nell’affrontare il passato della ragazza, che vive in una località protetta, e nel ripercorrere la notte della violenza attraverso domande come “Ma tu urlavi? Chiedevi aiuto?”.

La lettera inviata sottolinea che la ragazza è stata soggetta “vittimizzazione secondaria” con superficialità inaudita. Il tutto avvenuto attraverso la riproduzione arbitraria e morbosa di intercettazioni, commenti social e analisi dei dettagli personali della giovane. La critica  sottolinea il ruolo responsabile dei media nel gestire le storie di vittime di violenza.

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