Diego Bianchi perché si chiama “Zoro”? Da dove nasce il nome d’arte del conduttore di Propaganda Live?

Perchè il celebre conduttore di Propaganda Live si fa chiamare con Zoro? Da dove proviene questo nome curioso ma accattivante?

Diego Bianchi è l’ironico conduttore al timone di Propaganda Live, conosciuto anche con lo pseudonimo Zoro. Da cosa nasce il soprannome del provocatorio ma simpatico giornalista della trasmissione di La7 del venerdì sera? Scopriamo tutto di seguito!

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Tagliente e graffiante con le sue battute e con puntuali interventi di attualità, e non solo, Diego Bianchi è alla guida di Propaganda Live, una trasmissione televisiva apprezzata dal pubblico di tutte le età. Bianchi ancora prima di essere un conduttore Tv, è stato un pioniere della piattaforma YouTube, dove ha iniziato a muovere i primi passi, facendosi conoscere nel mondo delle condivisioni digitali con lo pseudonimo Zoro.

Diego Bianchi perché si chiama “Zoro”?

Nato a Roma il 28 ottobre del 1969, sotto il segno zodiacale dello Scorpione, Diego Bianchi è un conduttore televisivo molto popolare e amato, sia dal grande pubblico sia dalla critica. Dopo aver trionfato al timone della trasmissione Gazebo, andata in onda su Rai 3 a metà degli anni Duemila, ha bissato il trionfo con Propaganda Live, talk show del venerdì sera, fiore all’occhiello di La7.

Bianchi, ancora prima di affermarsi come volto televisivo, era un blogger e YouTuber piuttosto conosciuto nel web. Zoro era il suo pseudonimo, ispirato a un personaggio dell’anime One Piece. Legato a questo soprannome proprio perchè, in un certo senso, gli ha aperto le porte verso la notorietà, ha deciso di mantenerlo.

Da cosa nasce questo soprannome del conduttore di Propaganda Live?

Nato a Roma nato il 28 ottobre 1969, sotto il segno zodiacale dello Scorpione, Diego Bianchi è con lo pseudonimo di Zoro che ha iniziato l’attività di blogger, fondando il suo primo Blog, La Z di Zoro.

Con lo stesso soprannome, a partire dal 2007, ha avviato la sua esperienza da YouTuber, commentando le puntate della settima edizione del Grande Fratello. Dal settembre dello stesso anno, sempre sul suo canale YouTube, ha aperto la rubrica Tolleranza Zoro, incentrata sull’analisi delle correnti del Partito Democratico, in veste soprattutto sarcastica e mordace.

Da fine 2007 ha curato una sua rubrica sul quotidiano Il Riformista, dal titolo La posta di Zoro, format mantenuto per tre anni. In seguito, nel 2010, ha realizzato un Blog per il sito web dell’emittente televisiva La7. Nello stesso anno ha esordito anche scrivendo per il settimanale Il Venerdì di Repubblica con una rubrica dal titolo Il sogno di Zoro.

Il debutto televisivo vero e proprio per Diego Bianchi è avvenuto il 30 aprile 2008, quando una puntata di Tolleranza Zoro è stata trasmessa all’interno del programma di approfondimento di Enrico Mentana Matrix, in onda su Canale 5. Nello stesso anno Bianchi è entrato nel cast del programma di Serena Dandini Parla con me, su Rai 3, dove sono trasmessi i video della rubrica Tolleranza Zoro. Si tratta del primo caso in Italia di un prodotto digitale, se così vogliamo chiamarlo, nato sul web e riprodotto in televisione, mantenendo inalterato il format iniziale.

Come nasce il soprannome Zoro?

Ovviamente Diego Bianchi deve molto al soprannome Zoro! Gran parte della popolarità e del successo, il graffiante conduttore di Propaganda Live, lo condivide con il suo pseudonimo! Ma perché Diego ha scelto proprio Zoro come nome d’arte? Bianchi è un giornalista ironico e pungente, preparatissimo e competente su diversi argomenti: cosa ha in comune con un personaggio, misterioso e arcano, dell’anime One Piece? 

Roronoa Zoro, questo è il nome completo dell’anime, è un ex cacciatore di taglie, conosciuto come spadaccino dei Pirati di Cappello di paglia. È un ragazzo muscoloso, dalla pelle abbronzata e ha sempre con sé le sue tre spade, legate al fianco destro con una fascia intorno alla vita, in modo da prenderle con facilità con la mano sinistra, in caso di bisogno.

Un po’ come Diego Bianchi che, al posto delle lame, utilizza il linguaggio altrettanto tagliente e caustico, dritto e diretto verso chi lo ascolta, senza nessun giro di parole! Zoro, inoltre, ha alcune cicatrici inferte durante le sue battaglie, tra cui quella che si estende dalla spalla sinistra al fianco destro, quelle alle caviglie e quella sull’occhio sinistro, elementi connotativi che lo fanno apparire duro ma anche molto forte.

E non è forse altrettanto duro e molto forte anche Diego Bianchi? Un conduttore televisivo sui generis, amato e apprezzato dal grande pubblico e dai telespettatori di tutte le età?

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