Emanuela Orlandi, chi era lo zio Mario Meneguzzi? È vivo? Chi sono i tre figli?

Cosa c'entra Mario Meneguzzi nella scomparsa di Emanuela Orlandi? L'uomo è lo zio della ragazza sparita da Roma nel 1983.

Nuovi risvolti inquietanti per il caso di Emanuela Orlandi: viene coinvolto anche lo zio Mario Meneguzzi nella misteriosa scomparsa della ragazza romana. Ma perché?

Dopo quarant’anni il caso di Emanuela Orlandi è ancora irrisolto: la ragazza è sparita il 22 giugno del 1983 dopo la sua lezione di musica. Verso le 18:45 chiamò sua sorella Federica per comunicarle che sarebbe tornata a casa in ritardo a causa dei mezzi di trasporto e aggiunse di aver ricevuto una proposta di lavoro come promoter di cosmetici Avon per un compenso di 370mila lire. Una cifra davvero esosa per l’epoca. Cosa è successo dopo?

Emanuela, verso le 19:30 si recò con Maria Grazia e Raffaella, due sue amiche, alla fermata in Corso Rinascimento, a Roma, e mentre le altre due salivano sull’autobus, la Orlandi comunicò di voler aspettare il prossimo. Secondo un’altra ricostruzione, invece, la ragazza disse di voler aspettare il misterioso uomo che le offrì il lavoro come promoter. Da quel momento non si hanno più sue notizie. Ancora oggi ci si chiede che fine abbia fatto. Non vedendola tornare, il padre Ercole e il fratello Pietro iniziarono a cercare Emanuela Orlandi senza sosta. Inizialmente nei pressi della scuola di musica e poi nei dintorni del Colle Vaticano.

Nessuno aveva più visto o sentito la ragazza. Solo a questo punto vennero allertate le Forze dell’Ordine presso il Commissariato Trevi per formalizzare la denuncia di scomparsa, che fu ufficializzata il 23 giugno del 1983. Il giorno seguente ancora, il 24 giugno, la città di Roma era tempestata di manifesti che ritraevano la quindicenne scomparsa: “Anni 15, alta 1.60. Al momento della scomparsa indossava un paio di jeans, camicia bianca e scarpe da ginnastica. Non si hanno sue notizie dalle ore 19 di mercoledì 22 giugno. Chi avesse notizie utili è pregato di telefonare al numero 69.84.982”. Ancora oggi del caso si occupa Chi L’ha Visto.

Chi è lo zio di Emanuela Orlandi?

La famiglia Orlandi ha convocato una conferenza stampa nella giornata di ieri – 11 luglio 2023 – per smentire categoricamente le ultime notizie trapelate in merito alla scomparsa di Emanuela e al coinvolgimento del loro zio Mario Meneguzzi. Ma cosa è successo? Perché quest’uomo è stato citato nel terribile caso ancora oggi irrisolto? A quanto pare, diversi anni fa, il parente degli Orlandi avrebbe molestato la nipote Natalina, sorella, appunto, della ragazza romana sparita nel nulla.

Pietro Orlandi, durante l’intervento presso l‘Associazione della Stampa Estera a Roma ha parlato di ciò che pensa di suo zio Mario Meneguzzi associato alla scomparsa di Emanuela: lui, infatti, è convinto che il Vaticano abbia reso noto il caso di molestie per far ricadere, ancora una volta, le accuse su qualcun altro. Ecco le sue parole: «Oggi ho capito che sono delle carogne. Hanno deciso di scaricare tutto sulla famiglia, senza vergogna, senza vergogna mi fanno schifo».

Pietro, fratello di Emanuela Orlandi, si è detto furioso per le ultime notizie emerse: «Sono arrabbiato, furioso. Hanno passato il limite come non mai e con l’avvocato Sgrò sto organizzando per domani una conferenza stampa. Non possono scaricare le responsabilità di tutto su una famiglia… Non pensano ai parenti, ai figli? No, questa carognata non può passare così. Nessuno ha chiamato le mie sorelle e i miei cugini. Non siamo stati chiamati dalla procura di Roma, da nessuno. Mi auguro che questa commissione parlamentare parta e svergogni chi oggi miserabilmente ci ha infangato».

Chi sono i figli dello zio di Emanuela Orlandi?

Meneguzzi era il padre di tre figli: Pietro, Giorgia e Monica. Oggi lo zio di Emanuela risulta essere defunto da molti anni; fu suo il compito di rispondere al telefono quando venne data la notizia della scomparsa della ragazza e fornito il numero da contattare nel caso di informazioni utili.

Cosa è successo il 25 giugno 2023?

Il 25 giugno di questo anno corrente, il fratello di Emanuela Orlandi ha organizzato un raduno – come accade tutti gli anni – nei pressi del Vaticano. In quell’occasione, poi, Pietro criticò aspramente l’operato di Alessandro Diddi, il promotore di giustizia del Papa, sulla commissione parlamentare per il caso della ragazza scomparsa a Roma: «Mi dispiace che il Vaticano, quando Diddi è stato ascoltato ha lanciato quel segnale negativo, dicendo che la commissione parlamentare sarebbe un’interferenza. Invece di accettare l’aiuto dello Stato italiano».

Quel giorno, Papa Francesco durante l’Angelus ricordò Emanuela Orlandi, cittadina vaticana scomparsa. E inoltre citò sua madre Maria Pezzano, ancora in vita. Secondo la famiglia, comunque, le nuove informazioni sullo zio Mario Meneguzzi sarebbero parte di una manovra per fermare la commissione d’inchiesta e far ricadere la colpa su persone che non hanno nulla a che vedere con il caso ancora oggi irrisolto. Sempre il giorno dell’Angelus, poi, Pietro Orlandi dichiarò di voler chiarire alcune situazioni a proposito di alcune polemiche dopo le sue parole sull’ex Papa Giovanni Paolo II.

Ecco cosa ha detto: «Non dovrebbero esserci nel 2023 persone intoccabili anche perché io le persone le guardo senza l’abito che portano, senza l’abito le persone sono tutte uguali». Karol Wojtyla è stato coinvolto nel caso Orlando poiché, all’epoca, era lui il Papa in carica e molti, della famiglia e non, hanno sempre sostenuto che sapesse più di quanto amava dichiarare. Inoltre, negli anni è spuntata fuori una pista inaspettata che vedrebbe il Capo della Chiesa come padre di Emanuela. 

L’accusa a Mario Meneguzzi

Come abbiamo detto, Mario Meneguzzi è lo zio di Emanuela nonché il padre di Pietro Meneguzzi, cugino e amico della ragazza scomparsa da Roma nel 1983. Secondo alcune lettere fra Agostino Casaroli (ex Segretario di Stato Vaticano all’epoca dei fatti) e un sacerdote colombiano, infatti, sarebbe emerso che l’uomo avrebbe usato violenza contro Natalina Orlandi, molestandola. Successivamente, poi, l’avrebbe minacciata di farle perdere il lavoro come segretaria nell’ufficio legale della Camera dei Deputati se lei avesse riferito qualcosa circa quanto avvenuto. Ecco le parole della diretta interessata in conferenza stampa:

Casaroli, all’epoca, scrisse la lettera sotto richiesta di qualche Magistrato che indagava sul caso. Questi, infatti, gli chiedeva di verificare un’informazione che era già in possesso della Procura di Roma. Dopo la scomparsa di Emanuela Orlandi, comunque, Mario Meneguzzi, lo zio della ragazzina, testimoniò di fronte al giudice istruttore Ilario Martella nell’ottobre del 1985. A quanto pare l’uomo non si trovava a Roma nel giorno della sparizione di sua nipote. È stato verificato, infatti, che si trovava a Torano di Borgorose, nella provincia di Rieti.

Lo zio di Emanuela si trovava in quel posto dal pomeriggio del giorno prima della scomparsa, dunque dal martedì. Insieme a lui c’erano anche la figlia Monica e la cognata Anna Orlandi, ovvero la seconda sorella di Ercole, padre della ragazzina dispersa. La moglie di Mario Meneguzzi si chiama invece Lucia. Secondo la ricostruzione del parente degli Orlandi, anche il papà della giovane scomparsa si trovava a Torano, ma questa ipotesi fu sempre smentita con forza dal diretto interessato. L’uomo si trovava infatti a Fiumicino e non nella provincia di Rieti.

L’assenza dei genitori da casa – entrambi impegnati in una visita ad alcuni parenti – giustifica il motivo secondo il quale Emanuela Orlandi telefonò a sua sorella Federica parlando della famosa offerta di entrare nell’azienda Avon come promoter di prodotti cosmetici. Queste, comunque, le parole di Pietro su suo zio Mario:

Il caso di Emanuela Orlandi, comunque, è diventato anche un interessante documentario diffuso da Netflix e sotto produzione estera. Di recente, poi, sono emerse nuove piste: una che vedrebbe la ragazza incinta al momento della scomparsa (QUI maggiori informazioni) e un’altra su un audio inedito fatto da un ex socio di Enrico De Pedis, ex boss romano appartenente alla Banda della Magliana. Inoltre, dopo la morte di Papa Ratzinger, il caso di Emanuela è stato riaperto, scatenando, ancora, innumerevoli ipotesi su quanto sia accaduto realmente a Roma nel 1983.

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