Claudia Gerini criticata a Venezia non è solo body shaming, le battute volutamente trash sugli abiti ci hanno stancato

Claudia Gerini e il vestito di Luisa Spagnoli scelto per il red carpet del Cinema di Venezia commentati in maniera trash: cosa è successo?

Ne avevamo già parlato con il caso di Ludovica Coscione e l’inappropriato commento (prontamente corretto su Vanity Fair) del giornalista Federico Rocca e ci tocca riparlarne con Claudia Gerini. Da che esistono i red carpet, le pagelle sugli abiti di attrici e personaggi tv hanno sempre rappresentato un appuntamento costante per giornali e giornaletti di moda. Non ci scandalizza la valutazione di un outfit, altrimenti dovrebbe sconvolgerci qualsiasi altro tipo di premiazione o di valutazione prevista nel mondo dell’arte.

Da che moda è moda, gli esperti e i tecnici del settore esprimono i loro pareri sul lavoro di stylist e case di moda. Gli appassionati sono curiosi di scoprire se le proprie impressioni corrispondano con quelle dei giornalisti e gli altri si lasciano guidare dal loro ”giudizio”, chi per mera curiosità chi per capirne qualcosa di più.

Potrebbe essere una pratica divertente quanto costruttiva. Imparare come e perché una abito è in linea con un personaggio, come la scelta di un brand piuttosto che un altro corrispondano o meno allo stile di chi lo veste e\o del progetto artistico che sta presentando. Non siamo ipocriti, si parla anche di estetica: quel vestito sta bene su quell’attrice? Quell’outfit valorizza la persona che lo indossa? 

La moda è arte, un lavoro calibrato e preciso in cui sono tanti gli elementi a dover corrispondere. Ma oggi più di ieri, sappiamo (o dovremmo sapere) che la moda accompagna e non ostacola. Ce lo ha insegnato Alessandro Michele negli ultimi anni che i dichiarati ”difetti” delle epoche passate sono punti di valore nella personalità di ognuno, che la moda deve sostenere e non limitare. Ma cosa c’entra tutto questo con Claudia Gerini e l’abito scelto per il Festival del Cinema di Venezia? Apparentemente nulla, ma ci arriviamo.

Claudia Gerini, il commento sull’abito a Venezia

Claudia Gerini ha sfilato sul red carpet del Festival di Venezia con un abito firmato da Luisa Spagnoli: taglio e maniche lunghe, top in velluto e scollo a cuore. Noioso probabilmente, senza nessun particolare shock emotivo. Ma ad attirare l’attenzione di chi si è occupato della pagella proposta da Io Donna è stato altro: «Tutto sommato un buon abito. Diciamo che la struttura sottostante avrebbe avuto bisogno di un ulteriore test ingegneristico».

Cosa c’è che non va, non è solo velato body shaming

Ok, qui nessuno è bacchettone. Sappiamo che il riferimento ambiguo dovrebbe far riferimento alla struttura del vestito o dell’intimo scelto per Claudia Gerini. Ma anche no. E quello che colpisce è la voluta ambiguità del commento. Come a dire: chi vorrà ridere pensando ad una battuta sul fisico lo faccia, ma noi parlavamo di altro. Che è quasi peggio di una dichiarata pessima battuta. 

E alla moda non serve. Ai fruitori, agli interessati, agli appassionati non lascia nulla. Lasciamo il trash al trash. Teniamolo fuori dall’arte, perché annoia e distrugge.

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